In Calabria si muore ancora di amianto, nel 2020 280 decessi
In Calabria, l’Osservatorio nazionale amianto (Ona), stima in 280 i decessi per amianto e malattie asbesto-correlate. In particolare, sono segnalati 150 casi di mesotelioma con una stima di casi di decesso per tumore del polmone da amianto di circa 100, mentre per altre malattie asbesto correlate si parla di circa 30 decessi. I dati sono stati resi noti in occasione della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto”. “E’ sempre più drammatica la situazione delle vittime dell’amianto in Italia – è detto in una nota dell’Osservatorio – per l’assenza di provvedimenti incisivi per la messa in sicurezza e la bonifica dei materiali in amianto. Il nostro appello è al presidente Draghi perché utilizzi risorse del recovery found per avviare le bonifiche e il bonus fiscale del 110% per la rimozione dell’amianto dagli edifici privati”. “Nonostante sia stato messo al bando nel 1992 – è detto nella nota – l’amianto continua ad uccidere, perché si trasforma in fibre invisibili che, inalate ed ingerite, causano con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon. Per non parlare dei danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie)”. Il 2020, secondo l’Ona, “può essere considerato l’anno horribilis per coloro che sono stati esposti ad amianto, per via della pandemia Covid-19, che ha inciso su questi soggetti fragili e rende pubblici i dati di morbilità e di mortalità delle malattie asbesto correlate denunciando il ritardo del censimento pubblico sia dei casi di mesotelioma, che delle altre malattie legate all’esposizione alla fibra killer”. “L’emergenza inquinamento amianto in Italia è drammatica – sottolinea l’Ona – ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto, oltre a 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, con conseguente condizione di rischio”.