In Calabria il tasso di disoccupazione è sceso nel 2021 al 18%
“Il mercato del lavoro calabrese ha beneficiato della ripresa produttiva. In particolare, nel 2021 sono cresciute le posizioni di lavoro dipendente, in un quadro che è stato caratterizzato da un ritorno delle assunzioni su livelli di poco inferiori a quelli del 2019 e da un numero ancora contenuto di cessazioni”. Lo scrive la Banca d’Italia nel rapporto annuale sull’economia della Calabria, curato dalla Filiale di Catanzaro dell’istituto. “La domanda di lavoro delle imprese – si legge nel report di Bankitalia – ha favorito soprattutto le posizioni a bassa qualifica e a termine, mentre rimangono ridotte le assunzioni previste nelle categorie professionali più qualificate. Nonostante la rimozione del blocco introdotto durante la crisi da Covid-19, i licenziamenti sono rimasti ancora contenuti mentre vi è stata una risalita delle dimissioni volontarie, che potrebbero essere in buona parte connesse con transizioni da un lavoro a un altro nello stesso settore”. Nel dettaglio, evidenzia la Banca d’Italia, “nel corso del 2021 le condizioni del mercato del lavoro hanno mostrato segnali di recupero. Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, il numero di occupati calabresi è aumentato dell’1,4% rispetto all’anno precedente. La ripresa dell’occupazione è stata più intensa nella prima parte dell’anno e soprattutto nel corso della stagione estiva. L’incremento è stato più accentuato che nella media nazionale (0,8%) ma ha contribuito a recuperare solo in parte la diminuzione del 2020, che era stata particolarmente ampia e superiore a quella rilevata per la media del Paese; rispetto al 2019 il numero di occupati calabresi è ancora inferiore del 3,3%. Il tasso di occupazione è tornato invece ai livelli pre-pandemia (42,0%), per effetto della riduzione della popolazione in età da lavoro. Distinguendo per genere – prosegue il rapporto – l’incremento dell’occupazione ha riguardato quasi esclusivamente le donne, per le quali la riduzione nel 2020 era stata più accentuata a causa della flessione della domanda di lavoro in alcuni dei settori in cui è maggiore la loro presenza, tra cui il turismo. Dopo l’ampliamento dell’anno precedente, nel 2021 il divario di genere nel tasso di occupazione è dunque tornato ai livelli pre-pandemia, rimanendo però particolarmente elevato rispetto alla media nazionale (23 punti percentuali in Calabria; quasi 18 nella media nazionale)”. La Banca d’Italia quindi aggiunge: “Analizzando l’andamento nel numero degli occupati anche in base alle caratteristiche professionali, la ripresa ha riguardato esclusivamente i lavoratori dipendenti, in linea con la ripartenza della domanda di lavoro delle imprese calabresi, mentre i lavoratori autonomi hanno continuato a subire una riduzione dei livelli occupazionali anche nel 2021 (-2,3%; -2,1 a livello nazionale). Al 31 dicembre 2021 le posizioni di lavoro create in Calabria (assunzioni al netto delle cessazioni) da inizio anno erano circa 13.700, un valore superiore a quello del 2020 che del 2019, come rilevato anche a livello nazionale. Grazie alla ripresa delle assunzioni e all’effetto del blocco dei licenziamenti – conclude il rapporto – il tasso di disoccupazione si è ulteriormente ridotto, scendendo al 18,0% (era il 21,0% nel 2019)”.