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Il ministro Tria: “Se lo spread arriverà a 500 punti faremo come Draghi”

A dieci anni dalla crisi, l’Italia è in una situazione di ritardo inaccettabile nella crescita di economia e occupazione. È quanto rileva il ministro dell’Economia Tria in un’audizione sul Def. Che punta alla crescita e al calo del debito, spiega Tria, che si dice d’accordo col presidente della Camera sulla necessità di abbassare i toni nel confronto con Bruxelles riguardo i conti. Parlando di una manovra ‘coraggiosa ma non impavida o irresponsabile’, il ministro precisa che le stime di crescita della nota al Def sono prudenziali ed ‘ampiamente oltrepassabili’. Poi an-nuncia che ci sono spazi per la riduzione degli aumenti dell’Iva per 5,5 miliardi nel 2020 e per 4 miliardi nel 2021. È stata un’audizione fiume quella del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, davanti alle Commissioni Bilancio della Camera sulla Nota di aggiornamento al Def. Iniziata alle 10 di ieri mattina, l’audizione si è conclusa nel primo pomeriggio, rubando spazio alle successive (a partire da quella della Banca d’Italia) per la lunga serie di domande a cui il ministro è stato sottoposto. I temi più caldi sono stati quelli delle previsioni di crescita, delle pensioni ma soprattutto dello spread e dell’eventuale crisi finanziaria a cui l’Italia rischierebbe di an-dare incontro con un ulteriore aumento del differenziale. Nel caso lo spread arrivasse a 400 o a 500, ha affermato il ministro, “il governo farà quello che deve fare, come ha fatto Draghi”. Una risposta definita dalle opposizioni “apodittica”. “È una risposta apodittica – ha replicato Tria – perché è l’unica che si può dare”.

 

 

 

 

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