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Il Garante per l’infanzia, Marziale: “Censire la popolazione minorile di Arghillà”

“A fronte della segnalazione da me ricevuta dalle associazioni ho chiesto al Comune ed alla Prefettura di Reggio Calabria un censimento della popolazione minorile effettivamente residente nel quartiere di Arghillà, al fine di verificare il dato sulla dispersione scolastica e sulla sussistenza corposa di minorenni non censiti, evidenziata anche dal Tribunale per i minorenni, al quale ho richiesto il dato su quanti di essi siano entrati nel circuito penale. Ho chiesto a tutte le istituzioni di cominciare ad occuparsi, insieme, di quei bambini e adolescenti, che non possono salire alla ribalta della cronaca solo per fatti di degrado e devianza”. E’ quanto ha affermato il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione, Antonio Marziale a margine di un tavolo istituzionale convocato a seguito delle segnalazioni della rete di associazioni “Energie di Comunità” di Reggio sulla situazione del quartiere Arghillà. “Non è più procrastinabile -ha aggiunto Marziale- un intervento deciso e corale dello Stato, volto a favorire in quella parte della città regole e soprattutto condizioni di vivibilità, senza dover ricorrere imperituramente a politiche di rattoppo emergenziale o al lavoro dell’associazionismo, che supplisce ai servizi che lo Stato è tenuto a garantire. La questione Arghillà è una pesante eredità, che di amministrazione comunale in amministrazione comunale si tramanda nel tempo senza soluzione di sorta. Ciò che è stato fatto evidentemente non basta e non possiamo più immaginare di agire a piccoli passi”. “Occorre decisionismo e volontà reale di rappresentare agli occhi di quei bambini -ha sottolineato il garante- la bellezza che lo Stato può esprimere, altrimenti il rischio che si corre è quello di dover continuare a vederli nel buio della notte illuminati da lampeggianti delle forze dell’ordine. Il tavolo di lavoro sarà convocato a fine mese di giugno per i riscontri oggettivi sui numeri, in termini di residenza, prestazioni sanitarie e frequentazione scolastica, perché davanti al dato oggettivo tutti insieme si possa determinare politiche d’interventi e non solo di intenti”.

 

 

 

 

 

 

 

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