Regione Calabria, ok al bilancio di previsione 2022-2024

Regione Calabria, ok al bilancio di previsione 2022-2024

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il bilancio di previsione della regione Calabria per il triennio 2022-24 e gli altri documenti relativi alla sessione contabile. A relazionare in aula sul bilancio è stata la vicepresidente della Giunta regionale, con delega al bilancio, Giusy Princi: con l’approvazione del bilancio viene evitato il ricorso all’esercizio provvisorio. Una manovra da 6,3 miliardi nella parte della spesa, con il 62% delle risorse assorbite dalla sanità e con 767 milioni di risorse disponibili per scelte discrezionali della Giunta e del Consiglio: sono questi alcuni dei numeri più significativi del bilancio della Regione, bilancio, come avviene ormai da anni, fortemente condizionato da vincoli di carattere interno ed esterno alla Regione e da alcune criticità segnalate, per gli esercizi precedenti, segnalate dalla Corte dei Conti.Nel dettaglio – scrive la Giunta regionale nella relazione al documento contabile – “il bilancio di competenza effettivo della Regione Calabria per l’anno 2022 ammonta a circa 6,5 miliardi di euro. Tuttavia, tali importi afferiscono in gran parte a risorse a destinazione vincolata, il cui utilizzo può aver luogo solo per finalità stabilite da altri decisori istituzionali o con questi concordate”.Rientrano in questo ambito le risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario regionale (3,9 miliardi circa; 62,4%). Nella relazione si evidenzia inoltre che “le entrate libere da vincoli da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione ammontano, invece, a circa 767,3 milioni, pari al 12,2% circa delle risorse attualmente iscritte in bilancio, in diminuzione di circa 53 milioni rispetto al bilancio 2021. Tale decremento non origina da situazioni “strutturali”, ma – si legge ancora – è connesso alle variazioni di bilancio effettuate sull’annualità 2021 e conseguenti alle misure economiche adottate dal Governo a fronte della pandemia”. La voce più rilevante del Bilancio – rileva la Giunta regionale nella relazione – “è rappresentata dalla spesa per il servizio sanitario, che include le risorse del Fondo sanitario. Tali risorse ammontano ad oltre 3,93 miliardi e rappresentano circa il 62% degli stanziamenti di competenza allocati nella parte effettiva del bilancio. Gran parte di tali risorse è trasferita alle aziende sanitarie ed ospedaliere e, pertanto, se la rilevanza della spesa per la tutela della salute viene valutata in termini di pagamenti, il peso del settore sanitario sulla spesa complessiva regionale – emerge dalla relazione – supera certamente il 70% del totale erogato”.La parte di risorse autonome, pari a oltre 763 milioni, “teoricamente soggetta a una manovra discrezionale da parte della Giunta o del Consiglio, è destinata – specifica infine la Giunta regionale – a spese di carattere obbligatorio (funzionamento e personale di Giunta e Consiglio, mutui, contratti, accantonamenti) o utilizzata per far fronte alle emergenze sociali ed occupazionali della Regione, e quindi difficilmente rimodulabile, senza l’attuazione di riforme capaci di incidere nella dinamica strutturale della spesa”.Lungo e articolato il dibattito sul bilancio. Critiche sono arrivate dai banchi dell’opposizione, con gli interventi della capogruppo del Misto Amalia Bruni, dei consiglieri regionali del Pd Nicola Irto, Ernesto Alecci e Domenico Bevacqua, del consigliere regionale del M5S Davide Tavernise e del capogruppo di De Magistris Presidente  Ferdinando Laghi. Apprezzamento al documento contabile è stato invece espresso dai consiglieri regionali della maggioranza di centrodestra Pasqualina Straface (Forza Italia), Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Giuseppe Graziano (Udc), Fausto Orsomarso (Fratelli d’Italia). A concludere il dibattito il presidente  della Giunta regionale, Roberto Occhiuto. L’aula, infine, non ha approvato alcuni emendamento presentati dal gruppo del Pd.

Un minuto di silenzio per ricordare i 71 morti della Fiumarella

Il Consiglio regionale della Calabria, prima di avviare ieri i lavori della seduta, ha osservato un minuto di silenzio “in memoria di chi ha perso la vita nel tragico disastro ferroviario avvenuto in Calabria il 23 dicembre 1961, esattamente 60 anni fa. Quando -ha sottolineato il presidente Filippo Mancuso- alle 6.43, sul viadotto della Fiumarella di Catanzaro, circa un’ora dopo la partenza dalla stazione di Soveria Mannelli del treno delle ‘Ferrovie Calabro-Lucane’, si verificò il più grave deragliamento della storia d’Italia in cui persero la vita 71 persone, quasi tutti studenti che dovevano raggiungere le scuole del capoluogo”. Per il presidente Mancuso “il dovere della memoria di eventi anche tragici che hanno segnato la nostra storia, può aiutare la Calabria a riconoscersi come una comunità che mobilita le energie per costruire il proprio futuro”. Anche il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha ricordato ieri la tragedia del 1961. “Sono trascorsi 60 anni da quel tragico 23 dicembre del 1961 in cui persero la vita, nel disastro ferroviario della Fiumarella, 71 persone. Quel drammatico avvenimento è stato ingiustamente archiviato in un angolo della nostra memoria collettiva, ma è estremamente importante, come è stato fatto anche di recente, che se ne torni a parlare anche per tenere alta l’attenzione affinché eventi del genere non accadano mai più”, ha affermato. “Ricordare il più grave deragliamento ferroviario della storia d’Italia -ha aggiunto- è un atto doveroso nei confronti di chi, allora, interruppe la sua vita, fra cui tanti lavoratori e tantissimi giovani e giovanissimi studenti che erano saliti su quel treno che collegava Cosenza a Catanzaro per l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. In 28 rimasero feriti, 71 nostri concittadini persero la vita, tante comunità piansero i propri morti, a partire da quella di Decollatura che pagò il prezzo più alto. A tutti loro rivolgo -ha concluso Abramo- un pensiero e invito le nostre comunità a fare altrettanto. Anche se sono passati 60 anni, non è proprio possibile dimenticare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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