I dieci anni di Mattarella al Quirinale: la fermezza del persuasore silenzioso

“La persuasione è più efficace se non viene proclamata in pubblico”. Questa frase rappresenta la cifra della presidenza record di Sergio Mattarella, che taglia il traguardo storico dei 10 anni e adesso veleggia verso il giro di boa del secondo settennato. Fu infatti eletto il 31 gennaio del 2015 e riconfermato dal Parlamento il 29 gennaio del 2022, per poi giurare il 3 febbraio. Fu lui stesso a definirsi ‘arbitro imparziale’, all’inizio del primo mandato ed anche ‘meccanico’, cioè come colui che ha ricevuto dalla Costituzione ‘la cassetta degli attrezzi’ per ‘intervenire quando il sistema si blocca’. Una cassetta immateriale ma non priva di efficacia che il presidente ha dovuto usare in più occasioni a partire dalle crisi di governo fino allo scioglimento anticipato delle Camere. E ancora più spesso, silenziosamente, facendo interloquire i robusti uffici del Quirinale con Palazzo Chigi nel faticoso lavoro di far quadrare tanti decreti legge che in prima scrittura avrebbero trovato il no del Colle. È stato altrettanto deciso a rintuzzare anche alcune polemiche dell’opposizione che da sempre lo ‘tirano per la giacchetta’. L’atteggiamento super-partes e la pacatezza nei toni gli hanno portato l’affetto dei cittadini con indici di gradimento personali che surclassano quelli di ogni politico. Difensore puntuale degli interessi italiani – emblematica la difesa di Raffaele Fitto per l’incarico di vice-presidente esecutivo della Commissione europea – Mattarella ha costruito relazioni personali che lo hanno reso il vero interlocutore dell’Italia negli scenari internazionali.