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L’Osservatorio dei minori: “In giro ci sono tanti possibili ladri di bambini”

Il dramma della guerra in Ucraina porta con sé altri drammi. Come quello legato al traffico di minorenni fiorente in tutto il mondo. A lanciare l’allarme è Antonio Marziale, sociologo e presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori e in passato garante per l’infanzia della Regione Calabria. Fondato nel 2000, con sede a Milano, l’osservatorio, un vero e proprio comitato scientifico formato da sociologi, psicologi e avvocati che studiano i rischi per l’infanzia proponendo soluzioni anche sotto il profilo giuridico, si è battuto, ad esempio, per una maggiore tutela dei bambini sui media, contribuendo all’approvazione di leggi in materia. Ma i rischi maggiori sono legati ai rapimenti di bimbi anche in tenera età.

“Servono maggiori controlli alle frontiere – dice all’AGI Marziale -. Le zone di frontiera, i possibili valichi dovrebbero essere cinturati, cosa impossibile perché l’Euroopa non ha più confini fra stati membri e l’Ue non è attrezzata sotto il profili dell’ordine pubblico. Vale lo stesso per l’Italia, perché mancano uomini e mezzi”. Marziale teme che la presenza alle frontiere ucraine di profughi diretti verso l’Unione Europea possa alimentare la tratta dei bambini, un mercato gestito da una rete senza scrupoli che vende  minorenni con finalità diverse.

“Si va dalle adozioni illegali – dice Marziale – che tutto sommato rappresentano il male minore, a cose più turpi come lo sfruttamento sessuale e il traffico di organi. I bambini sono attesi dai trafficanti ai varchi, non si dà loro la possibilità di percorrere un chilometro oltre la frontiera perché sono là, pronti ad agire, presentandosi come volontari. Spesso si tratta di coppie che non danno nell’occhio, rubano i passaporti alle madri, costringendole a rimanere schiavi. E’ molto più che un rischio: è una certezza. A dirlo sono tutte le storie di guerra, anche se non abbiamo dati. Donne e bambini – sostiene Marziale – sono bottini di guerra per ragioni diverse. Le donne sono un trofeo o sono destinate alla prostituzione, i bambini sono un business”. Si tratta di situazioni che si possono verificare  anche in Italia?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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