Graziano sul Referendum: “Una bocciatura sonora per il Governo”

CATANZARO. “Più chiaro di così non si poteva. L’esito del Referendum ha bocciato chiaramente e sonoramente la riforma costituzionale, il Governo e buona parte di quel centrosinistra che lo ha sostenuto. La volontà dei calabresi è stata chiara e di contrasto al Sistema. È, quindi, stato un no limpido alle politiche bugiarde e fallimentari di Renzi per la nostra regione”. Lo afferma il Consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia a Cosenza Giuseppe Graziano, secondo il quale “ appare altrettanto chiaro come il predominante no alla riforma costituzionale, emerso in modo dirompente in tutta la Calabria come anche nella Sibaritide e nei comuni dell’Area urbana Corigliano-Rossano – da tempo in deficit di diritti e servizi – non sia una posizione conservativa ma viceversa la volontà ultrariformista della gente che continua a chiedere, oggi con più veemenza, un concreto, reale e coraggioso cambiamento. Garanzia che questa riforma ovviamente non dava. Il day after del Referendum – commenta Graziano – ci restituisce un’Italia e soprattutto una Calabria sicuramente più sovrane e artefici delle proprie scelte. Ma che invoca, allo stesso tempo, una vera e più concreta stagione di cambiamento. I calabresi, così come evidenziavo e auspicavo nelle settimane e nei giorni precedenti alla consultazione referendaria, hanno detto no ad una riforma costituzionale che nella sostanza sottraeva capacità e autonomia alle Regioni nell’assunzione di decisioni vitali per lo sviluppo e la crescita. Dal governo della sanità per finire alle politiche ambientali, tutte le cosiddette materie concorrenti sarebbero passate sotto l’egida del Governo centrale che avrebbe deciso inesorabilmente il nostro destino, senza tener conto delle esigenze e delle vocazioni dei singoli territori. Lo aveva già fatto con le concessioni offshore alle società di idrocarburi nel bacino ionico; figuriamoci, ad esempio, cosa sarebbe successo se invece fosse passata la riforma! Certo, i cittadini hanno avuto il grande coraggio di bloccare i piani centralisti di Renzi e del centrosinistra, ma ora tocca alle Regioni dare valore e concretezza alla sovranità, fortunatamente salvaguardata. In Calabria – prosegue – in modo particolare. Dove non potranno più esserci alibi di sorta nel processo di rilancio della macchina dei servizi, della crescita e dello sviluppo. Perché, se da un lato i calabresi hanno detto chiaramente no ai contenuti della riforma, dall’altro il loro voto ha espresso un palese dissenso verso il Governo centrale e regionale per il continuo e costante deficit di diritti”.