Governo, incarico a Mario Draghi

Alla fine Mattarella si è trovato dinnanzi a un bivio: elezioni anticipate oppure Governo istituzionale aperto a tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Ha scelto questa seconda strada valutando che in questo preciso momento storico l’Italia non potesse permettersi di vivere una lunga e sicuramente calda campagna elettorale con un Governo che non fosse nella pienezza delle sue funzioni e della sua capacità di scelte e di intervento. Da qui la decisione di affidarsi ad una personalità di primissimo livello e la convocazione per oggi di Mario Draghi al Quirinale per l’incarico di formare il nuovo Governo. La crisi di governo era arrivata ieri sera a un punto morto. Il cosiddetto Tavolo del programma non solo non ha sortito alcun risultato tangibile ma anzi ha finito forse per acuire i contrasti tra le forze politiche e irrigidire ulteriormente Italia Viva. Peraltro non solo non è stato stilato e firmato un programma condiviso, ma non si è neppure riusciti a firmare un verbale di ciò che i partecipanti al Tavolo si erano detti. La situazione ha irritato non poco anche il Quirinale dove ieri sera l’esploratore Fico si è recato per riferire a Mattarella che il possibile accordo era saltato. Dirimenti le posizioni sul Mes, sulla giustizia, sulle politiche del lavoro, sulla sanità e sulle infrastrutture. Ed anche sulle riforme è stato impossibile trovare una quadra dopo che Italia viva aveva proposto una bicamerale specifica guidata dall’opposizione. Durante il vertice sono emersi tutti i punti che in questi mesi hanno allontanato le parti della maggioranza ed era forse presuntuoso pensare di risolvere tutto in poche ore attorno a un tavolo. Mattarella voleva sapere se c’era la possibilità di incaricare un presidente del consiglio. In mancanza, niente proroghe per altre trattative. Alla fine Mattarella ha dovuto decidere secondo le proprie valutazioni e sulla base di una situazione politica frammentata, confusa e piena di veleni.