Gioco d’azzardo minorile, la situazione in Italia e la legge in Calabria

Vietato giocare ai minori di 18 anni. Ogni spot pubblicitario sul gioco d’azzardo termina così, o almeno contiene questo messaggio. Eppure, il gioco minorile non accenna a diminuire la propria portata, arrivando a coinvolgere circa un milione e mezzo di teenager in tutta Italia. Tanto da destare preoccupazione in diverse zone del Paese.
Recenti studi di carattere psicologico hanno effettivamente dimostrato che gli studenti tra i 15 e i 19 anni conoscono bene il gambling, e spesso si sono avvicinati a esso. Le modalità possono essere differenti: online con l’account di un amico maggiorenne o un parente, presso le ricevitorie sfruttando qualche conoscenza, più raramente nei mini-casinò. Non di rado le puntate sono accompagnate da un abuso di sostanze stupefacenti, un altro problema che coinvolge migliaia di giovani. Un ritratto difficile da accettare, ma corrispondente all’attuale realtà italiana. Non è bastata dunque la scelta di isolare i grandi casinò, posizionandole in zone di confine (spesso oltre, come nel caso di Campione). Il gioco d’azzardo è da tempo infiltrato all’interno delle città, anche a poca distanza dalle scuole. Il distanziometro è ad oggi una delle richieste maggiori dei comuni al governo, nella convinzione che allontanare il sistema dai futuri giocatori possa per lo meno arginare il fenomeno.
Chi sembra aver davvero preso a cuore la questione è la Calabria, che ha da poco presentato in consiglio regionale una proposta di legge a tutela dei minori. La questione verrà trattata in più punti con diverse finalità, nella speranza di trasmettere un unico messaggio: il gioco va bene, ma non bisogna esagerare. E soprattutto, bisogna essere consapevoli dei suoi rischi. L’informazione sarà il punto chiave dell’intera svolta legislativa, e utilizzerà una diffusione pubblicitaria su tutto il territorio per togliere la connessione tra tempo libero azzardo. Le misure di protezione contro il gambling poi verranno intensificate, ritoccando la normativa vigente. Infine, verrà promossa l’educazione al gioco, inteso come momento di aggregazione ludica e creativa, senza bisogno di dover vincere. Spesso infatti gli adolescenti giocano nella speranza di avere qualche piccolo extra da spendere, costruendosi l’opportunità di una piccola emancipazione sociale. Azzardo e situazioni economiche precarie sono d’altronde legati da un filo strettissimo, e la scoperta non è recente.
Ma come potranno essere raggiunti questi obiettivi, in concreto? La strada da percorrere porterà a maggiori incontri nelle scuole, anche negli orari curriculari. La guardia di finanza sarà coinvolta in un maggior numero di controlli a sorpresa sulle sale da gioco e i centri scommesse live per controllare l’età degli scommettitori. A livello regionale, verrà istituito un Comitato per supervisionare il settore dell’azzardo a tutela dei minori. Per concludere, gli istituiti scolastici e le sedi sportive dovranno contenere una zona informativa per chi le frequenta. Come anticipato, la divulgazione sarà il metodo principale di contrasto al gioco d’azzardo minorile. Dall’educazione passa il futuro, anche nelle battaglie contro le piaghe sociali di un’intera epoca. E la ludopatia sta assumendo questa forma, negli ultimi decenni. In Italia come in diverse zone d’Europa.