Fp Cgil: “Incontro con il ministro della sanità Speranza l’8 settembre”

“Dopo la lettera appello delle confederazioni calabresi Cgil, Cisl e Uil al ministro Speranza, finalmente qualcosa si muove: il ministro ha prontamente convocato le organizzazioni per l’8 settembre”. Lo rendono noto le segreterie regionali di Fp Cgil Medici e Fp Cgil della Calabria. “Tempi e atmosfere sempre più oscuri nella sanità calabrese, una sorta di scollamento e paralisi, – sostengono i segretari regionali di Fp Cgil Medici, Francesco Masotti, e di Fp Cgil, Alessandra Baldari – non promettono nulla di buono. Lo scorso 6 luglio Cgil hanno sottoscritto in Regione l’accordo per il riconoscimento degli incrementi economici legati all’emergenza Covid”.
“Da allora non un euro è entrato nelle tasche degli operatori del Ssr della Calabria – aggiungono – ancora, due giorni dopo, l’8 luglio, durante il sit-in organizzato dalle tre sigle confederali davanti alla sede regionale, il dg del Dipartimento Tutela della salute, Bevere, e gli assessori della Giunta, Gallo e Talarico davano la loro disponibilità ad avviare un confronto costante e continuo con le forze sociali. Nulla di tutto ciò che era stato faticosamente concordato si è realizzato. Eppure, nel frattempo, le aziende sanitarie hanno inviato agli Uffici del Commissario e del Dipartimento il fabbisogno del personale e i relativi piani annuali di assunzione, stanno adottando i piani aziendali di riorganizzazione della rete di assistenza territoriale e dei laboratori pubblici, senza alcun confronto con le forze sociali, contrariamente a quanto assicurato in più di una circostanza dal commissario Cotticelli”. Fp Cgil Medici e Fp Cgil Calabria concludono: “Dopo la lettera appello delle confederazioni calabresi Cgil, Cisl e Uil al ministro Speranza, finalmente qualcosa si muove, il ministro ha prontamente convocato le organizzazioni per l’8 settembre. Saremo presenti e determinati a trovare soluzioni definitive per risolvere le attuali criticità e prevenire i rischi di un sistema fragile che non potrebbe certo reggere l’urto di un eventuale diffondersi della Covid 19 che non accenna ad arrendersi”.