Fondo di sviluppo, l’80 per cento destinato al sud

“Il nostro obiettivo è giungere all’approvazione dei Piani di sviluppo e coesione entro la fine dell’estate”. Lo ha detto la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, in merito alle tematiche e agli obiettivi strategici con cui saranno ripartite le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2021-2027. “La tempistica è sfidante, presuppone uno sforzo e un’assunzione di responsabilità comune da parte di tutte le amministrazioni titolari dei futuri interventi. E’ una tempistica che il Governo ritiene necessaria, se si vuol dare all’Fsc una veste organica e una visione d’insieme, evitando che il Fondo sia usato come un “mero” tesoretto da cui attingere risorse per le esigenze più disparate”, ha proseguito. “Dopo il confronto odierno con voi, è mia intenzione promuovere incontri bilaterali con le diverse amministrazioni centrali e territoriali a cui sarà affidata la titolarità dei PSC, per condividere con loro gli obiettivi, i criteri di programmazione e ovviamente le indicazioni che riceverò dal Parlamento. A tutte le amministrazioni, chiederò che la redazione dei PSC risponda a criteri di rapidità e certezza nei tempi degli interventi, mutuando il più possibile l’approccio che sta rendendo il PNRR estremamente celere ed efficace. Su questo punto, tornerò alla fine della mia esposizione”, ha detto ancora Carfagna. Entrando nel merito del quadro finanziario dell’Fsc, il Documento di Economia e Finanza 2020 ha stabilito l’ammontare complessivo delle risorse del Fondo nella misura di 73,5 miliardi di euro, l’80 per cento delle quali destinato al Mezzogiorno. “E’ la maggiore dotazione mai raggiunta da questo fondo, pari allo 0,6 per cento del Pil contro lo 0,5 del ciclo 2014-2020. Si tratta di un monte risorse analogo a quello del ciclo dei fondi strutturali o, se volete, superiore a un terzo dei fondi del Pnrr. Gli interventi legislativi degli ultimi diciotto mesi -ha aggiunto il ministro- hanno ridotto l’entità delle disponibilità per un ammontare di poco superiore agli 8 miliardi di euro. Si è trattato di iniziative in larga misura situate nel Mezzogiorno (cito i 2 miliardi di euro per il credito di imposta per gli investimenti al Sud, i 3,5 miliardi di euro per la decontribuzione Sud, i 290 milioni per il credito d’imposta per l’autoproduzione e l’efficentamento energetico delle imprese al Sud, i 250 milioni per i contratti di sviluppo nelle Zes o i 150 milioni per i Giochi del Mediterraneo)”, ha concluso.