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Trasporti, secondo la Filt Cgil: “serve un’azienda unica regionale”

Trasporti, secondo la Filt Cgil: “serve un’azienda unica regionale”

Bisogna arrivare preparati a settembre con un piano della mobilità regionale in grado di fornire risposte serie e certe ai lavoratori del trasporto pubblico locale, ai lavoratori del pubblico impiego, agli insegnanti e a quelli degli altri settori, tenendo conto della fase del tutto nuova di pendolarismo che coinvolge in modo particolare gli studenti, alla luce delle norme che è necessario fare scrupolosamente rispettare. Diventa importante programmare fin da adesso una serie di azioni tese a razionalizzare la mobilità rendendola compatibile con una diversificazione delle fasce orarie, del rapporto treno/bus, delle soppressioni di inutili sovrapposizioni, della ovvia minore capacità di trasporto dei vettori, dell’incrocio della domanda e dell’offerta, della dinamica, anche questa per certi aspetti nuova, fra centro urbano e zone interne. Ed in questo quadro lavorare alla razionalizzazione del settore con la creazione dell’Azienda unica del trasporto pubblico calabrese. Anche il settore dei trasporti dovrà convivere con il virus con la duplice garanzia di rispondere alle esigenze di sicurezza di chi lavora e degli utenti e di continuare a fornire un servizio pubblico essenziale. Ecco perché stentiamo a comprendere l’atteggiamento apatico e politicamente inadeguato dell’assessore regionale ai trasporti che, contrariamente a quanto già avvenuto in tutte le Regioni del Paese nessuna esclusa, non ha inteso ancora convocare le parti sociali per ascoltare i rappresentanti di quei lavoratori che devono affrontare una situazione nuova e dalle complesse sfaccettature. Ma le parti sociali, i rappresentanti delle aziende e dei lavoratori, prima o poi dovranno essere convocati. Il rischio è che questo incontro avvenga troppo tardi facendo saltare un settore che, come è noto, è già fortemente traballante. Purtroppo non sarà a quel punto un problema dell’assessore ma riguarderà tutti i calabresi. Per intanto, noi continueremo a ricordare all’ingegnere Catalfamo i problemi che ci sono.

 

 

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