Sfuma il collegamento tra l’aeroporto e Catanzaro
«E’ sfumata la realizzazione del collegamento multimodale fra l’Aeroporto di Lamezia Terme e Catanzaro Lido a valere su fondi europei». A mettere l’ennesima pietra tombale, almeno per quel che riguarda la possibilità di finanziamento tramite Por, su un progetto che in Calabria si attende da anni, è stata la Commissione europea in risposta all’interrogazione dell’eurodeputata Laura Ferrara. «Lo scorso marzo – scrive in una nota Ferrara – considerati i gravi ritardi sul progetto del collegamento multimodale, le lacunose informazioni da parte della Regione Calabria, sullo stato dell’arte e sulle spese per lo stesso, ho inteso chiedere alla Commissione europea se fosse a conoscenza di un cronoprogramma dettagliato sui tempi necessari al completamento dell’opera e l’ammontare della spesa relativa al progetto, già certificato. La risposta giunta ieri evidenzia ancora una volta l’assoluta incapacità di spesa e di programmazione da parte della Regione Calabria».
Nella sua risposta la Commissaria alla Coesione, Elisa Ferreira, scrive: “Il progetto di collegamento multimodale Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido è stato ritirato dal programma operativo regionale Calabria 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo regionale – Fondo sociale europeo. Fino ad allora non era stata certificata alcuna spesa alla Commissione”.
«Il ritiro dell’importantissimo progetto da parte della Regione Calabria – commenta l’europarlamentare – è avvenuto in occasione della riprogrammazione delle risorse non spese nel quadro dell’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus. Risorse di cui, purtroppo, la nostra Regione abbonda considerati i ritardi su tantissimi progetti e fra questi proprio il collegamento multimodale Lamezia Terme – Catanzaro Lido, fermo all’anno zero. I calabresi dovranno rinunciare ancora per molto ad un intervento strategico volto ad una migliore funzionalità del principale scalo aeroportuale calabrese. Un progetto a cavallo di due programmazioni e cioè la 7/13 e la 14/20 e che quindi si sarebbe dovuto completare già da tempo. Il ritiro di questo progetto non può assolutamente passare in sordina e né essere banalizzato come fatto dall’autorità di gestione che ha comunicato che “gli investimenti per il progetto saranno coperti dai fondi nazionali (Fondo Sociale di Coesione 2014-2020 e 2021-2027)”. Tradotto bisognerà attendere, semmai il progetto verrà concretamente avviato, almeno un’altra decina di anni». Secondo Ferrara, “in questa risposta, così come in quelle precedenti in cui si certifica il fallimento di altri progetti, si manifesta tutta l’incapacità delle amministrazioni regionali succedutesi negli anni. Giunte e maggioranze che zoppicano nella realizzazione delle opere utili allo sviluppo del territorio inserite nelle programmazioni comunitarie, ma efficientissime e rapidissime nella contrattualizzazione e nelle assunzioni di natura politica, ancora oggi, nonostante l’Assemblea regionale sia formalmente sciolta. Non bastano più i moti d’indignazione, di fronte ai quali i nostri amministratori regionali rimangono, evidentemente, inermi continuando a ripetere sempre gli stessi errori. Chi oggi guida la nostra Regione deve prendersi le responsabilità di questo fallimento – conclude – e chi si propone di amministrarla domani, deve garantire e promuovere un necessario cambiamento rispetto al passato».