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Fausto Orsomarso: “Investire sulle ferrovie ma non a scapito del trasporto su gomma”

Fausto Orsomarso: “Investire sulle ferrovie  ma non a scapito del trasporto su gomma”

 

REGGIO CALABRIA. “L’incertezza sulle risorse per il trasporto pubblico locale in Calabria si fa più grave perché rischia di produrre sfracelli sugli interventi (in corso o programmati) tesi alla realizzazione di nuove infrastrutture. Infatti, si continua a investire in nuove infrastrutture per le quali, però, nessuno è in grado di garantire le risorse necessaria alla loro gestione. Siamo alle solite: si scaricano i problemi su chi verrà dopo”. Lo afferma il presidente del Gruppo misto Fausto Orsomarso, per il quale “la situazione più emblematica, si rinviene a Reggio Calabria, dove un sistema ferroviario metropolitano esiste già ed è in progressivo potenziamento con nuove stazioni”. “Ed è un sistema – prosegue – che, fino a qualche anno fa, collegava la città fino a Rosarno e Melito con 27 coppie di treni giornalieri e una frequenza fino a tre coppie all’ora nelle fasce di punta. Ebbene, nel 2006 quel sistema è stato smantellato, riducendolo a 12 coppie di treni al giorno, con un cadenzamento orario incompleto. Il paradosso è che nel frattempo si rifinanzia con 100 mila euro il sistema di collegamento urbano di Reggio, che, attestandosi alle due principali stazioni ferroviarie (Centrale e Lido), dovrebbe servire la zona alta della città dove sono localizzati i poli che attraggono l’utenza dall’intero territorio della città metropolitana (l’Università, il costruendo Palazzo di Giustizia, l’ospedale hub e il Consiglio regionale). Insomma, si riduce il servizio sull’infrastruttura esistente, che è quella che consente di collegare le periferie e i territori circostanti, per investire in una nuova infrastruttura che si dipana solo attorno al centro e che dovrebbe essere un ‘dente’ mare-monte del sistema a pettine basato sull’esistente. Peccato che mentre si finanzia il dente del pettine, sparisce la base dello stesso”. Paradosso che tocca anche Catanzaro, dove si sta realizzando il cosiddetto ‘pendolo’. “Si tratta – prosegue – di un sistema ferroviario ad alta frequenza, al punto da essere definito ‘la metropolitana di Catanzaro’, che dovrebbe essere di adduzione alla linea trasversale che collega Lamezia Terme Centrale a Catanzaro Lido. Anche in questo caso mentre si pensa al collegamento di adduzione ad alta frequenza, la linea principale vede il passaggio di sole 10 coppie di treni al giorno. E a niente varranno gli interventi in corso sulla linea Lamezia-Catanzaro, capaci di recuperare solo pochi minuti di percorrenza. C’è da chiedersi: cosa ne pensa la Commissione Europea di questo investimento sui fondi comunitari che, all’epoca in cui era stato ideato, certamente non prevedeva una cadenza di treni così rarefatta sulla linea. In quest’ultimo caso, oltre tutto, non è facile rinviare i problemi, poiché oggi la Regione è impegnata a definire e sottoscrivere il contratto di servizio quindicennale con Trenitalia. Tutto ciò che non è un impegno contrattuale preciso, anche contabile, resterà un problema spostato nel tempo. Intenti presenti nel Piano regionale dei trasporti, ma che difficilmente potranno tradursi in servizi per i calabresi. A Cosenza la situazione è simile a Catanzaro. Nei decenni scorsi, in queste città, il tracciato ferroviario è stato allontanato dal centro, posizionando le principali stazioni ai margini o fuori dalle aree urbane. Oggi grandi investimenti come la tramvia Cosenza-Rende e il ‘pendolo’ dovrebbero ricongiungere quello che le opere realizzate poco più di un decennio fa hanno allontanato. Per esempio: nel caso del sistema ferroviario urbano di Catanzaro delle Ferrovie della Calabria, il raddoppio fino a Lido è effettuato utilizzando il sedime dismesso della vecchia linea Lamezia-Catanzaro. Siccome oggettivamente le risorse per la gestione di queste infrastrutture sono scarse, oltreché incerte, nel migliore dei casi il percorso immaginato è quello di sottrarre risorse al trasporto pubblico locale su gomma extraurbano. Quand’è evidente che il trasporto su gomma, forse meno innovativo di altri, è l’unico che riesce a servire capillarmente la Calabria. E dovrebbe essere noto che, nonostante sia l’unico sistema al servizio delle aree interne e a domanda debole, è ad oggi il sistema più efficiente in Calabria. Infatti il rapporto fra ricavi e costi vede il trasporto extraurbano su gomma prossimo al 30%, in linea con i livelli italiani, e il trasporto ferroviario intorno al 10%. Peraltro questa scarsa performance del trasporto ferroviario penalizza ancora di più il trasferimento delle risorse dallo Stato, che dipende in misura rilevante dal rapporto fra ricavi e costi. Il sistema su gomma dovrebbe essere potenziato con sistemi di mobilità flessibili nei piccoli comuni e nelle aree a domanda debole, basati su autoveicoli con utilizzo condiviso o con sistemi a chiamata, sostentati con un contributo pubblico, e gestiti dagli enti locali, una sorta di taxi sociale. Per comprendere come lo spostamento di risorse fra i sistemi non sia adeguato, si potrebbe immaginare cosa succederebbe con la soppressione dei collegamenti su gomma fra Cosenza e Catanzaro: prendere la tramvia fino alla stazione di Vaglio Lise, poi Trenitalia fino a Lamezia, poi ancora Trenitalia fino a Catanzaro Germaneto, quindi il ‘trenino’ di Fdc fino al centro di Catanzaro e, magari, un autobus urbano. Tutto ciò non vuol dire che non bisogna auspicare forti investimenti sul sistema ferroviario, ma è altresì necessario concentrarsi sulle principali direttrici di traffico e renderle autosufficienti con una strategia che abbia al centro il diritto ad una mobilità dignitosa per i cittadini. Oggi, purtroppo, tutte le linee ferroviarie – premesso che il trasporto ferroviario deve essere la spina dorsale del sistema – sono sovrapposte al trasporto su gomma. Le scelte devono essere equilibrate non essendo pensabile che in Calabria il trasporto ferroviario si sostituisca a quello su gomma”. Infine Orsomarso si sofferma sulla proposta della precedente legislatura. “Si tratta – dice – di connettere la tramvia di Cosenza-Rende, in via di realizzazione, alla linea ferroviaria Paola-Sibari”.

 

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