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Iole Santelli, ieri a Paola: “Sono orgogliosa dei calabresi”

Iole Santelli, ieri a Paola: “Sono orgogliosa dei calabresi”

“E’ proprio con l’apertura dei festeggiamenti dedicati a San Francesco di Paola, il 2 maggio scorso, che abbiamo avuto zero contagi in Calabria. E questo mi ha molto colpito”. Lo ha detto la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, che stamattina ha partecipato alla cerimonia, rigorosamente a porte chiuse e con pochissimi presenti, che si è tenuta nel Santuario di Paola, nel giorno in cui, come da tradizione, si concludono i festeggiamenti in onore del santo patrono della Calabria e della gente di mare. Quest’anno festeggiamenti praticamente azzerati a causa dell’emergenza coronavirus. La santa messa è stata celebrata da monsignor Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza, alla presenza anche del vescovo di Reggio Calabria, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, appartenente all’Ordine dei Minimi, e del rettore del Santuario, padre Francesco Trebisonda. Presenti, inoltre, il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, e il consigliere regionale Graziano Di Natale. Alla fine della cerimonia religiosa si è tenuta la consegna delle chiavi della città a San Francesco e un omaggio floreale da parte della Regione. Non si è invece proceduto all’accensione della lampada votiva, solitamente effettuata dal presidente della Regione, nè alla consegna dell’olio per la stessa lampada, incombenza di tre comuni calabresi a rotazione. Ovviamente quest’anno non ci sono state nè la partecipatissima processione, con la benedizione a mare, e neanche i festeggiamenti civili.

“Proprio oggi inizia la fase 2 – ha detto Jole Santelli – ed è una fase complessa, perché usciamo dal riparo delle nostre abitazioni e abbiamo l’obbligo di tornare alla vita, sapendo che non sarà la vita di due mesi fa, ma che dobbiamo convivere col virus”.
“Oggi conosciamo gli strumenti per fare questo, tutte le precauzioni – ha aggiunto la governatrice – e sta a noi utilizzare le piccole libertà che stiamo riconquistando per usarle bene”.
Monsignor Morosini ha letto, al termine dell’omelia, una lettera di San Francesco a Simone Alimena, “Guai a chi regge e mal regge”, del 1447, molto dura, richiamando l’attenzione della politica ed invitando ad “uccidere il virus della burocrazia”.
“E’ una lettera chiara, con parole che uscivano dal cuore di San Francesco di Paola – ha detto – in quanto interprete della situazione della gente che era in grave difficoltà e anche oggi sappiamo quante persone ci sono che iniziano la loro attività e che hanno bisogno che lo Stato sia solidale con loro, ma che lo sia subito. Ed è per questo che chiedevo al presidente della Regione di evitare la burocrazia: non si può promettere un sussidio di 500 o 600 euro e averlo tra un anno o due anni. Se si parte oggi, oggi bisogna avere queste provvidenze – ha concluso Morosini – onde evitare che la gente che vuole ripartire possa affidarsi alla malavita organizzata. Lo dico sempre in Diocesi a Reggio: meglio soffrire un altro po’, camminando lentamente che iniziare velocemente e poi piangere dopo, perché la malavita nulla dà per niente e se oggi dà, domani richiede. E quando chiede sappiamo che la sua richiesta è esosa”.

redazione@giornaledicalabria.it

 

 

 

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