Esercitarono pressioni su un testimone di giustizia: sei arresti nel Reggino

Esercitarono pressioni su un testimone di giustizia: sei arresti nel Reggino

REGGIO CALABRIA. Avrebbe dovuto deporre il falso per un essere considerato un “infame”, alla stregua di un “collaboratore di giustizia”. Le pressioni esercitate su un testimone sono alla base dell’accusa formulata a carico dell’avvocato Gregorio Cacciola. Il professionista avrebbe istigato il teste ad affermare il falso davanti al Tribunale di Palmi. Il legale è uno dei destinatari delle sei misure cautelari in carcere eseguite questa mattina nell’ambito dell’ operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, denominata “Onta 2”. I provvedimenti eseguiti, come è stato spiegato durante una conferenza stampa, sono la naturale prosecuzione dell’indagine svolta nei confronti di due avvocati (tra cui lo stesso Gregorio Cacciola) e di tre parenti della collaboratrice di giustizia Maria Concetta Cacciola, conclusasi lo scorso 8 febbraio 2014 con l’esecuzione delle misure cautelari a loro carico emesse dal Tribunale di Reggio Calabria in occasione dell’operazione c.d. “Onta”, che ha fatto luce sulla responsabilità dei medesimi in ordine alla vicenda drammatica conclusa col suicidio di Maria Concetta Cacciola. Oltre al professionista, gli altri destinatari di misura cautelare sono Gregorio Cacciola (omonimo dell’avvocato) e si suoi figli Antonio e Domenico, per la detenzione illegale di una pistola; Giovanni Nocera e Gianfranco Nocera, per la detenzione illegale in concorso di più pistole. A Giovanni Nocera, inoltre, vengono contestati anche il furto di energia elettrica e di gas.

 

 

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