Elezioni, Bevilacqua (Unione Popolare): “L’agricoltura è vitale per il futuro della Calabria. Noi la porremo al centro dell’attenzione del Governo”

Nota stampa di Piero Bevilacqua, candidato alla Camera per Unione Popolare:
“Da decenni ormai in Europa l’agricoltura è una attività multifunzionale. Essa non produce solo beni della terra ma svolge altre attività. L’azienda ad agricoltura non industriale fa ristorazione, accoglienza turistica, economia sociale per i portatori di handicap, attività didattica, cura del territorio e del paesaggio. Essa è diventata in tante aree un centro di servizi molteplici avanzati. E la varietà delle funzioni è oggi sicuramente il segreto per rendere remunerativo il lavoro agricolo , radicarlo nel territorio, proteggerlo dalla tirannia del mercato. Intanto occorrerebbe creare in tutte lo zone agricole di una certa consistenza piccole imprese di trasformazione dei prodotti. Se i supermercati offrono prezzi che non ripagano il lavoro e gli investimenti degli agricoltori, questi devono poter vendere i loro prodotti, i loro pomodori o le loro arance, alle imprese artigianal-industriali che li trasformano, creando valore aggiunto e occupazione . E’ il modello noto del distretto agroindustriale presente in Calabria, ma che va diffuso. Oggi appare davvero clamoroso il fatto che tanto la Sicilia che la Calabria, patria da secoli dei giardini d’agrumi, non siano riusciti a creare un marchio d’aranciata capace d’imporsi al pubblico italiano e internazionale. Nei nostri bar si consuma la Fanta, la bibita di una multinazionale che dell’arancia ha soltanto tracce.
La varietà delle attività produttive nell’azienda agricola accresce il reddito di per sé, ma soprattutto se è collegata ad altre attività economiche. Prendiamo l’esempio della frutticultura biologica. Al suo interno potrebbero essere allevati polli, oche, anatre, faraone, ecc. Questi animali hanno il pregio di non danneggiare le piante, ripuliscono le erbe facendo risparmiare sui costi del diserbo, fertilizzano costantemente il suolo, rendendo superfluo l’uso dei concimi. Al tempo stesso offrono carni di qualità, uova, pulcini. Se collegati ai dei ristoranti queste aziende avrebbero un mercato sicuro e stabile, mentre gli stessi ristoranti vedrebbero innalzato il loro standard di qualità, generando un flusso di clientela crescente, attratta dalla possibilità di avere piatti con materia prima eccellente, carne da allevamenti tradizionali prodotta in loco.
La carenza di cui soffre tanto l’economia che la società calabrese è l’organizzazione. Sarebbe necessaria una mano pubblica in grado di collegare i diversi settori, puntando a rafforzare l’economia locale, come accade in altre regioni, come l’Emilia. Occorrerebbe, ad esempio – iniziativa che potrebbero assumere i comuni o la Regione, come già accade in qualche territorio– che gli ospedali, le mense scolastiche, tutti gli uffici pubblici dotati di bar o distributori automatici – si rifornissero di prodotti biologici prodotti nel territorio vicino. Resta comunque insopportabile che le nostre arance restino a marcire sugli alberi mentre i nostri bambini si nutrono di merendine avviandosi all’obesità. Coldiretti ha fatto molto in questi anni in questa direzione, facendo conoscere ai cittadini il patrimonio delle nostre campagne. Ma le potenzialità di sviluppo della nostra agricoltura sono straordinarie. Occorre che che le amministrazioni facciano la loro parte con maggiore incisività, soprattutto avviando, di concerto con gli organi nazionali, un processo di delegificazione che renda poche semplici le regole che le aziende devono rispettare. Ricordiamo che gli agricoltori sono i produttori più fragili e gravati da incertezze: devono continuamente fare i conti con le mutevolezze del tempo, le malattie delle piante, l’attacco dei parassiti, le incertezze del mercato, la tirannia della grande distribuzione, ecc .L’attuale burocrazia spesso vessatoria è una ulteriore e immeritata afflizione. Noi dobbiamo incoraggiare i giovani a diventare protagonisti della nuova agricoltura, rendendo facile l’accesso alla terra e all’impresa.
Infine: piccoli investimenti pubblici per proteggere le aziende dalla devastazione dei cinghiali oggi diventata un’emergenza drammatica. Unione Popolare è forse l’unico partito che porra’ l’agricoltura al centro dell’attenzione dei governi”.