Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente ed eseguire determinate funzioni. Di seguito troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie in ciascuna categoria di consenso.

I cookie classificati come "necessari" vengono memorizzati nel tuo browser in quanto sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Elda, l’autista di autobus licenziata ora diventata un simbolo

Elda, l’autista di autobus licenziata ora diventata un simbolo

“Elda è una delle poche, se non l’unica donna in Italia a guidare un autobus a lunga percorrenza. Fino a qualche tempo fa macinava chilometri su chilometri in giro per l’Europa non senza difficoltà e pregiudizi. Non è stato facile per lei ottenere un contratto con la qualifica di autista perché, si sa, nel più classico degli stereotipi, la donna al volante è considerata un pericolo. Eppure ci riesce e nel 2015 viene assunta da un’azienda calabrese di trasporto su gomma. Nel 2018, a seguito di un accordo di partnership naufragato con Ferrovie dello Stato, Simet, la società per cui Elda lavorava, entra in crisi, aggravata dalla pandemia e dai costi crescenti del carburante. Per questo, nel 2022 annuncia un licenziamento collettivo per lei e per altri 40 suoi colleghi”. E’ quanto scrive in un post su facebook Vittoria Baldino vicecapogruppo M5S a Montecitorio. “Nonostante questo Elda – aggiunge Baldino – non si dà per vinta, perché convinta di essere vittima di un’ingiustizia. Si mobilita, si fa portavoce dei suoi colleghi, porta il caso alla ribalta nazionale e ci riesce. Bussa ad altre società di trasporto ricevendo porte in faccia a volte anche con motivazioni assurde ‘noi non assumiamo donne’. Contesta comunque il licenziamento nel merito e nel metodo, ma soprattutto lo contesta perché discriminatorio: la legge tutela il lavoro femminile e tanto più tutela l’unica donna con quelle mansioni in forza in un’azienda. Arriva in tribunale, vince. Il giudice le dà ragione: dichiara illegittimo il suo licenziamento perché discriminatorio e ordina la sua reintegrazione nel posto di lavoro. Nel frattempo l’azienda conclude un nuovo accordo con Ferrovie dello Stato che prevede l’affitto di un ramo d’azienda. Accordo raccontato con toni trionfalistici dalla società stessa e dal Ministero dei trasporti, specialmente nella parte in cui si prevedeva ‘la salvaguardia di tutta la forza lavoro in servizio’. Sembrerebbe una storia a lieto fine, eppure ancora oggi, la resistenza di Elda si scontra con una discriminazione mascherata da burocrazia”. “Il reintegro è bloccato – sottolinea la parlamentare pentastellata -in un rimpallo di competenze tra Simet e Ferrovie dello Stato. Mi sembra fuori dal tempo e dalla storia che una lavoratrice debba affrontare così tante difficoltà per veder riconosciuto un proprio diritto. Mi sembra assurdo che una società partecipata e controllata dallo Stato consenta una tale discriminazione e non provveda o quantomeno promuova il rispetto di una decisione di un giudice e, prima ancora, della legge e della costituzione italiana. La storia di Elda è diventata un simbolo, un richiamo potente contro la discriminazione di genere. È tempo di sfidare i pregiudizi e aprire le porte alle donne che guidano con forza e determinazione ogni percorso della vita. Auspico che Simet la reintegri, rispettando l’ordinanza e dimostrando un impegno concreto contro la discriminazione”.

 

 

 

 

desk desk