Droga: asse con le mafie per rifornire ‘Palermo bene’, 16 arresti
Asse con le mafie per rifornire la ‘Palermo bene’. Sono sedici le ordinanze di custodia cautelare emesse nell’ambito di una vasta operazione antidroga condotta dalla polizia di Stato che ha smantellato due gruppi criminali, i quali, sotto l’egida di Cosa nostra, facevano affari con la camorra e importavano droga destinata a professionisti. Tredici misure sono state eseguite dalla Squadra mobile; per tre la ricerca è ancora in corso. Sono Francesco Ferrante, 57 anni; Salvatore Peritore, 60 anni; Carlo Arculeo, 66 anni; Giuseppe Saltalamacchia, 33 anni; Gaetano Rubino, 37 anni; Alessandro Bronte, 32 anni; Pietro Catalano, 35 anni; Ciro Spasiano, 38 anni; Dario De Felice, 41 anni; Giuseppe Rosciglione, 38 anni;Angelo Scafidi, 30 anni; Giuseppe Cutino, 31 anni; Antonio Napolitano, 25 anni. Secondo le indagini condotte dalla Squadra Mobile – diretta da Rodolfo Ruperti – i due gruppi criminali si approvvigionavano di stupefacenti provenienti da Calabria e Campania. “Un sodalizio – ha detto Ruperti – era guidato da Bronte , Catalano e Scafidi tutti residenti nella popolare borgata del Capo”. Complessivamente, nell’arco del 2014 e del 2015, gli agenti hanno arrestato alcuni corrieri della droga con un carico di oltre 70 chili di hashish, 7,5 di cocaina, 14 di marjuana, 1,5 chili eroina e circa 100.000 euro in contanti. Il blitz è il risultato di una complessa attività di indagine avviata nel 2012 e conclusa nel 2016 accertando che le bande si approvvigionavano di ingenti quantitativi di stupefacente, provenienti principalmente dalla Campania e dalla Calabria e destinati a insospettabili professionisti. Il primo gruppo criminale, in costante contatto con la Campania, al suo interno ha importanti esponenti mafiosi riconducibili allo storico mandamento mafioso di “Porta Nuova” e costituisce la riprova di come Cosa Nostra palermitana, attraverso la droga, sia ancora oggi in affari con la camorra napoletana. Il filone investigativo sul secondo gruppo criminale trae invece origine dal sequestro di un’ingente somma di denaro avvenuta nel 2014 che ha scoperchiato un’altra fiorente rotta della droga, stavolta collegata alla malavita calabrese.