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Dieni: “Sui migranti il Governo continua ad ignorare il Modello Riace”

REGGIO CALABRIA. “Il Governo Renzi continua a preferire il modello fallimentare del Cara di Isola Capo Rizzuto rispetto a quello virtuoso di Riace”. È quanto afferma la deputata del M5S Federica Dieni, che nei giorni scorsi ha discusso un’interpellanza parlamentare sulla questione migranti con il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. Nella sua risposta, l’esponente del governo, è scritto in una nota della Dieni, ha ribadito l’efficacia di una strategia improntata su una logica di partenariato con le regioni e gli enti locali. “È un fatto che a due anni dall’adozione della nuova governance – ha detto Manzione, secondo quanto riferito – si sia riusciti a realizzare una equa distribuzione dei migranti tra regione e regione, allentando l’evidente pressione sulle regioni del Sud”. “Avrei voluto sentire, una volta tanto – afferma la Dieni – una presa di posizione politica e non una mera ricognizione di quel che si sta facendo. Allo stato attuale è totalmente assente una visione di largo respiro, perché si continua a considerare questo fenomeno come passeggero. La realtà è del tutto diversa ma i progetti continuano a riguardare poche migliaia di persone, mentre i numeri, comunicati in aula dallo stesso Manzione, ci dicono che dall’inizio dell’anno in Italia sono sbarcate 153 mila persone, circa il 10% in più rispetto al 2015. In gioco c’è la sostenibilità del sistema: è evidente che l’Italia non può contenere un numero indefinito di richiedenti asilo e di rifugiati. È quindi urgente trovare le soluzioni per garantire l’accoglienza sul lungo periodo. Lo sgombero di Calais in Francia e le assurde proteste avvenute a Goro e Gorino ci dicono che, in ogni caso, la situazione è sul punto di esplodere. Esistono due modelli differenti: quello del Cara di Crotone, già al centro di un’inchiesta de L’Espresso in cui si faceva luce su numeri gonfiati, ingiusti profitti, collusioni con la ‘ndrangheta e ospiti costretti a vivere in condizioni inaccettabili, e quello di Riace, dove gli immigrati hanno dato nuova vita a un centro abbandonato attraverso il recupero dell’artigianato tradizionale. Non ho dubbi su quale sia il sistema migliore, ma non credo che il governo sarà capace di prendere la decisione giusta, perché nel momento in cui si parla di nominare un commissario per l’immigrazione o di spostare la cabina di regia a Palazzo Chigi, esautorando il ministro dell’Interno, si ripiomba nell’emergenza, che a qualcuno conviene sempre: per strappare il sì di Bruxelles a nuovi debiti o per far “mangiare” cooperative amiche come quella di Buzzi”. “Una politica d’integrazione efficace – conclude la parlamentare del M5S – oltre a essere ben strutturata, deve poggiare sulla giustizia sociale, altrimenti il rischio è che le politiche di accoglienza siano destinate a trasformarsi in guerre tra poveri, costretti a contendersi le briciole cadute dalla tavola della politica e del parassitismo”.

 

 

 

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