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Di Maio: “I miei contestatori sono al massimo il 20 per cento dei Cinquestelle”

Di Maio: “I miei contestatori sono al massimo il 20 per cento dei Cinquestelle”

“C’è uno schema a ben preciso, come Franceschini lo è per il Pd io sono il capo delegazione del M5S al governo” dice al Corsera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio mentre si trova a New York tra vertici e incontri per il suo viaggio americano “e penso che il ruolo possa essere solo di giovamento al mio Movimento, anche se ovviamente alla Farnesina io lavoro per il Paese e non certo per gli interessi del M5s”. Poi, venendo alla politica interna al suo Movimento, dice: “So che ci sono persone che non sono d’accordo con la mia linea, ma non è una novità e comunque sono sicuro che non sia una questione di poltrone. Io ho preso l’80% del consenso per la mia riconferma e abbiamo anche la maggioranza in Consiglio dei ministri”. Tuttavia Di Maio ammette che ci sia un problema di organizzazione, e aggiunge anche che si tratta di “un problema che è anche di distanza dal territorio e che abbiamo anche pagato in alcune occasioni”, ma sul quale, sottolinea, “esistono delle proposte ben precise”. Lui però preferisce tenere i piani ben distinti e così spiega che al momento “nel governo si lavora benissimo, con Zingaretti e Franceschini i rapporti sono ottimi” mentre per quel che riguarda Renzi “nessuno si immaginava che avrebbe fatto il senator e semplice che preme il pulsante del voto”. Tanto che Di Maio aggiunge: “Mi meraviglia chi si meraviglia, noi chiediamo solo lealtà e si spera he nessuno ci riporti indietro alle fibrillazioni di qualche mese fa” quelle con la Lega fino alla rottura dell’8 agosto. Invece sulla Lega chiosa: “Mi spiace per la Lega, io l’ho conosciuta nei mesi di governo, ma si sono ridotti come un Berlusconi qualsiasi che cercava di comprare i vari De Gregorio” mentre il ministro degli Esteri si felicita pere la calendarizzazione del voto sul dimezzamento dei parlamentari: “Sono veramente contento. È stata una prova di lealtà del Pd e quindi è un successo di tutto il governo, questa prova di fiducia ci consente di andare avanti e di mantener e gli accordi che abbiamo fatto”. Infine, sul documento dei 70 e in relazione alle critiche ricevute, il capo Cinque Stelle dice di aver letto il documento sottoscritto dai deputati e ammette che si tratti “di una rivendicazione legittima” ma fa al tempo stesso un appello “alla deontologia di chi ha scritto che quei 70 erano contro di me, non è stato giusto” perché a quella rivendicazione “ci lavorano degli amici”. In un’altra dichiarazione, alla Stampa di Torino, Di Maio sottolinea invece che per quanto riguarda i migranti in Libia “saranno affidati all’Onu”. “Ho incontrato Filippo Grandi dell’Unhcr” racconta il ministro “e abbiamo intenzione di avviare un progetto con l’Oim, implementando i fondi della cooperazione e dello sviluppo in Libia” in modo che “i migranti riportati indietro dalla Guardia costiera libica vengano presi in consegna dall’Unhcr, per garantirne l’ incolumità” creando “centri di accoglienza gestiti dall’Agenzia dell’Onu”. “Avremo incontri tecnici con l’Unhcr e, una volta quantificata la spesa, vedremo se inserirla nella legge di Bilancio”, aggiunge, mentre annuncia anche che nel frattempo è stata avviata un’interlocuzione con il presidente del Consiglio libico Sarraj “che fa ben sperare”.

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