Cultura: 3 anni fa moriva Guerrazzi, pittore e scrittore calabrese

Cultura: 3 anni fa moriva Guerrazzi, pittore e scrittore calabrese

CATANZARO. Un grande della cultura calabrese ed italiana dimenticato da tutti. Tre anni dopo la morte, avvenuta a Genova il 22 giugno 2012, un ingiusto silenzio avvolge la figura e l’opera di Vincenzo Guerrazzi, protagonista delle lotte operaie del Novecento e di inizio Duemila. La penna e il pennello del Sud che non si arrende. Con le sue opere, libri e dipinti straordinari, ha dato voce ai senza voce ,agli sfruttati, agli emarginati.Ha denunciato i soprusi dei “Potenti della Terra” e si è attirato le ire di tanti “Uomini di Potere” italiani. Il suo libro più famoso “Nord e Sud uniti nella lotta”, ispirato ai sanguinosi moti di Reggio Calabria degli anni Settanta, fu sequestrato dalla magistratura . Guerrazzi Ha lasciato una grande eredità culturale. Nato a Mammmola l’8 novembre del ’40, lasciò la Calabria quando ancora era ragazzino per cercare lavoro a Genova. Perse il padre, ucciso dai nazifascisti nell’eccidio della Benedicta. Ancora minorenne entrò e in fabbrica, all’ Ansaldo. Nel 1975 si licenzio per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e alla pittura, attraverso le quali compie un percorso di impegno civile, sociale, politico. La sua arte, sia narrativa che pittorica, è legata alla realtà che tratta e che rappresenta. Nelle sue opere ogni estrosità figurativa o letteraria è funzionale alla comunicazione del messaggio che contiene; ossia, prima di come esprimere è importante cosa esprimere, per aprire gli occhi alle società del proprio tempo, scuotere le coscienze, fare luce su ciò che viene iniquamente tenuto nel buio. Guerrazzi “fonda” così il primo quotidiano-murale: “L’urlo della notte” nei gabinetti della fabbrica, luogo dove gli operai scrivono sui muri frasi e pensieri, che saranno poi raccolti e pubblicati all’interno del primo romanzo completo di Guerrazzi, “Nord e Sud uniti nella lotta”, libro spregiudicato nel linguaggio, censurato, discusso, ma poi finalista al Premio Sila nel 1975. Scrisse settimanalmente sui quotidiani locali, Il Secolo XIX e Il Lavoro dei racconti inerenti alla condizione operaia negli anni ’60 e ’70, riuniti nel romanzo “Le ferie di un operaio” del 1974. Dopo avere curato un’inchiesta all’interno (e dall’interno) del contesto operaio, intitolata “L’altra cultura” (1975), ne realizzò altre due, “I Dirigenti” nel 1976, e “Gli Intelligent”i nel 1978; entrambi denuncia di superficialità, disimpegno, incompetenza, malcostume, goffaggine, tracotanza delle classi dirigente e “intellettuale”. E’ il punto di vista che Guerrazzi esprimeva anche in pittura: quadri storico-politici, ambientati nella fabbrica. Tiene svariate mostre in Italia (nel 1996 anche in Germania) a partire da quella svoltasi a Roma, a Palazzo dei Congressi nell’ottobre 1977. Nel 1978 la televisione svizzera e la Rai gli dedicarono due programmi, quello della Rai condotto da Stefano Satta Flores.

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