FC Crotone, 5 motivi per credere ad un ritorno in Serie A

FC Crotone, 5 motivi per credere ad un ritorno in Serie A

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Dopo anni difficili la Serie A potrebbe ritrovare una squadra protagonista di una delle stagioni più intense degli ultimi anni: il Crotone. La squadra calabrese, infatti, al momento si trova al secondo posto in classifica in Serie B, alle spalle dell’imprendibile Benevento. La squadra pitagorica, però, secondo gli esperti di netbet.it continuando di questo passo ha tutte le carte in regola per credere nella promozione in Serie A.

La rosa

La rosa messa a disposizione risulta però di primissima qualità per la categoria, a dimostrarlo l’acquisto nel finale di mercato estivo dell’attaccante Maxi Lopez: un calciatore che se recuperato potrebbe spostare gli equilibri in campo, un acquisto che per certi versi ricorda alla piazza quello di Raffaele Palladino, arrivato da svincolato l’anno della prima “storica” promozione in Serie A. Tanti gli uomini di categoria, individualità che all’interno del gioco crotonese sembrano esaltarsi giornata dopo giornata.

La spinta dei tifosi

La città di Crotone ha ricominciato a vivere una passione pura, quella per il calcio e per i colori della propria squadra del cuore dopo la difficile stagione dell’anno scorso e l’amara retrocessione dalla massima serie di due anni prima, una retrocessione arrivata quando tutto sembrava far propendere per una tranquilla salvezza. La società ha saputo sbagliare, per poi crescere, ritrovarsi e reagire, andando a creare una nuova veste per una squadra che ora deve essere tenuta in considerazione, risultati alla mano, per un possibile salto di categoria. Il ritorno in Serie A è un pensiero vivo in tanti crotonesi ma sarà il campo a dire se questo sogno potrà essere nuovamente realizzato a fine campionato.

 

Bomber Simy

Uno dei protagonisti di questa squadra è il bomber Simy. Quando arriva in Italia nel 2016 i sorrisini si sprecano. Il Crotone è ancora in A e ingaggia questo nigeriano che ha vinto la classifica marcatori della B portoghese con 20 gol con il Gil Vicente. Già la categoria e il campionato non sono granché, del giocatore si sa poco o nulla, al punto che alcuni lo chiamano Simy e altri Simmy. Se poi ci aggiungere 198 centimetri di altezza, che ne fanno più un cestista che un attaccante, il puzzle del pregiudizio pallonaro è completato. Invece Simy si adatta benissimo all’Italia, soprattutto con i piedi, che sfrutta ancor più della testa, nonostante l’altezza.

 

Nel giro di due settimane, nell’aprile 2018, la Juventus è punita dalla rovesciata spettacolare di Ronaldo in Champions League e da quella del nigeriano in campionato. E Gernot Rohr si innamora a tal punto del giocatore da farlo debuttare in nazionale a 26 anni, portandolo con sé al Mondiale in Russia. Oggi Simy è una certezza del Crotone, con cui mantiene una buona media realizzativa.

 

Alto 198 centimetri con un fisico da maratoneta, Simy è infatti un atleta che non sembra possedere ragione d’esistere per gli standard del calcio moderno. Corre dinoccolato con leve lunghi e sottili, è privo di scatto muscolare, non eccelle nel tiro, è alto ma non ha senso dello stacco aereo, non a caso preferisce giocare maggiormente con passaggi corti anziché imbastire duelli volanti.

 

I suoi gol nel biennio 2016-2018, inoltre, sono stato frutto più dell’istinto – colpi di prima, raramente di testa – che della tecnica. Molto probabilmente, oggi, Simy avrebbe la maturità e una personalità più definita per giocare in molte squadre di Serie A, sia da titolare sia da comprimario: è un attaccante, infatti, decisamente più completo rispetto a tre estati fa.

 

Messias

Altro protagonista assoluto è Valter Junior Messias. Lui raggiunge Torino nel 2011 per ricongiungersi il fratello: ha vent’anni, in Brasile è un buon giocatore. Non possiede però il passaporto comunitario, non può quindi andare oltre i dilettanti. Anzi, i primi passi sono nel calcio amatoriale, nel campionato Uisp con i peruviani dello Sport Warique. Per vivere, consegna e ritira elettrodomestici. I numeri comunque ci sono, li nota Ezio Rossi che, lasciato a piedi dal calcio professionistico, ha scelto di scendere di categoria. Come volontariato allena la squadra dei rifugiati, sempre Uisp, come tecnico ha un’opportunità a Casale, dove nel 2015 chiama Messias, che firma 21 gol e contribuisce alla promozione in D. L’intervento di Rossi è provvidenziale: in quei giorni il brasiliano, stanco della sua non-condizione, pensa infatti di smettere. Lo racconta al pastore evangelico della sua comunità.

 

Benali

L’altra stella della squadra è Ahmad Benali. Figlio di libici emigrati a Manchester. In Italia si è fatto conoscere soprattutto con la maglia del Pescara, dove ha giocato anche in Serie A. Doti sopraffine e corsa. L’uomo giusto che può far girare il Crotone con l’obiettivo promozione nel cuore.

redazione@giornaledicalabria.it

 

 

 

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