Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente ed eseguire determinate funzioni. Di seguito troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie in ciascuna categoria di consenso.

I cookie classificati come "necessari" vengono memorizzati nel tuo browser in quanto sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Cranio Villella, donna a Corte d’Appello: “Sono erede diretta”

Cranio Villella, donna a Corte d’Appello: “Sono erede diretta”

CATANZARO. Nuovo colpo di scena nel processo davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro che dovrà decidere sulla richiesta del Comune di Motta Santa Lucia di dare degna sepoltura al teschio del brigante Giuseppe Villella, attualmente esposto nel museo Cesare Lombroso di Torino. Nel corso dell’udienza di martedì 4 ottobre si è presentata in aula l’avvocato Letizia Di Valeriano in rappresentanza di un’anziana donna che afferma di essere erede diretta di Villella. Il legale ha presentato così un’istanza affinché la Corte riconosca la sua assistita come legittimata a costituirsi in giudizio. A sostegno della sua tesi la presunta discendente ha depositato alcuni documenti che proverebbero la sua parentela con Giuseppe Villella. Di diverso avviso gli avvocati che rappresentano il Comune di Motta Santa Lucia e il comitato “No Lombroso”. La corte, dopo aver ascoltato le parti, compresa l’avvocatura dello Stato che rappresenta l’università di Torino, si è riservata la decisione che potrebbe essere resa nota nei prossimi giorni. Giuseppe Villella, detenuto per furto, morì in un carcere del nord Italia nel 1864. Sul suo corpo effettuò l’autopsia Cesare Lombroso, all’epoca docente di Clinica psichiatrica e Antropologia all’Università di Pavia. Studiando il cranio del detenuto calabrese, trovò la fossetta occipitale mediana elemento distintivo e causa, secondo la teoria di Lombroso, del comportamento criminale. Da allora il cranio di Villella è esposto al museo di Torino. Nel 2010 il comune di origine di Villella, Motta Santa Lucia, si è rivolto al tribunale di Lamezia ottenendo che il teschio fosse restituito al suo paese per una degna sepoltura. Decisione sospesa, in attesa della decisione della Corte d’appello, a causa del ricorso presentato dal museo Lombroso, secondo il quale il cranio è di proprietà dello Stato.

 

 

desk desk