Il Pd interviene sul lockdown: “Troppi ritardi nel sistema sanitario”
“Le suddivisione del Paese in aree di rischio non è avvenuta per scelta politica ma sulla base di parametri tecnici, tra cui bisogna considerare il mancato potenziamento delle terapie intensive”. Lo dichiara il commissario regionale del Partito Democratico della Calabria, Stefano Graziano. “Il governo si sta muovendo con tempestività – aggiunge – per garantire i ristori alle imprese colpite da queste nuove chiusure ma bisogna fare presto per non rischiare di indebolire ulteriormente un tessuto economico già molto fragile, individuando anche ulteriori misure specifiche”.
Per Gianluca Cuda, segretario della federazione Pd di Catanzaro “la notizia dell’ inclusione della Calabria tra le “regioni rosse” ad alto rischio è una pessima notizia. Ed i motivi di questa scelta non sono tanto dovuti al persistente pregiudizio nei confronti della nostra terra quanto al discredito strutturale mai così meritato della nostra classe dirigente. La Calabria viene inserita tra le regioni in zona rossa non per il numero dei contagi – rileva – anche se in progressivo aumento, quanto perché vi è una estrema inconsistenza del nostro sistema sanitario, incapace di reggere all’urto dei nuovi contagi. E la cosa ancor più grave – dice – è che, con servizi sanitari ridotti all’osso, ospedali al collasso, Asp sciolte per infiltrazioni mafiose, in questi mesi non è stato fatto nulla per mettere al riparo i calabresi da questa drammatica emergenza. Dove sono – chiede – i Centri Covid promessi, e dove i posti in più di terapia intensiva che venivano propagandati dalla Giunta regionale dopo la prima ondata del virus?” Cuda aggiunge: “Allo Stato chiediamo con forza ad avere uguale trattamento al diritto alla salute e al diritto al lavoro, che è l’altra faccia drammatica di questa emergenza. La chiusura di tante attività commerciali, artigianali, professionali – conclude – produrrà un effetto ancor di più catastrofico per la nostra fragile economia regionale. Chiediamo al Governo nazionale – conclude – pari trattamento di provvedimenti economici di sostegno e di ristoro rispetto ad altre realtà regionali e che gli stessi provvedimenti vengano erogati con tempi dettati da urgenza e tempestività”.