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Cosenza, incendiarono 5 auto a un vicino di casa e a un testimone: due 49enni ai domiciliari

Cosenza, incendiarono 5 auto a un vicino di casa e a un testimone: due 49enni ai domiciliari

COSENZA/ Ha fatto incendiare da un complice, dietro il pagamento di somme di denaro, le auto di un suo vicino di casa che lo aveva denunciato per precedenti diverbi e di un altro vicino che aveva testimoniato a favore del primo. E’ questa l’accusa mossa a due 49enni di Cosenza, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Rende in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare ai domiciliari emessa dal Gip su richiesta della Procura. I due sono indagati per incendio aggravato in concorso. Il provvedimento scaturisce dalle indagini svolte dai militari, con il coordinamento della Procura di Cosenza, dopo gli incendi, avvenuti tra marzo e ottobre 2023, cdi cinque veicoli. Dopo il primo episodio, la vittima aveva riferito agli investigatori di avere da tempo dei contrasti con un vicino di casa – uno degli arrestati – ed in particolare con il figlio che, già da minorenne, aveva comportamenti persecutori nei suoi confronti e della sua famiglia, situazione divenuta talmente insostenibile da vedersi costretto a presentare una denuncia. In una delle ultime liti, in cui la vittima aveva chiesto l’intervento dei carabinieri, sarebbe anche stato aggredito fisicamente dal padre del ragazzo subendo delle lesioni a seguito delle quali presentò un’ulteriore denuncia. I contrasti erano noti anche ad un altro vicino di casa che divenne un testimone a sostegno del denunciante che, intanto, esasperato dai comportamenti persecutori, era stato costretto a lasciare la propria abitazione di Montalto Uffugo per trasferirsi a Cosenza. Nonostante tutto, pur avendo cambiato città, a distanza di pochi mesi, subì un nuovo danneggiamento della propria auto, andata completamente distrutta dalle fiamme. Le fiamme interessarono anche le auto dell’ex vicino, con l’intento, secondo l’accusa, di intimorire e arginare eventuali testimonianze nel procedimento penale che stava avendo il suo corso e che avrebbe dovuto essere sentito a breve quale teste. Nell’ultima circostanza, l’esecutore materiale, appiccò le fiamme delle auto in sosta che erano molto vicine ad altre auto ed in prossimità di abitazioni e anche di una legnaia e di una bombola di gas che, se raggiunta dalle fiamme, avrebbe determinato un’esplosione. Le fiamme, tra l’altro ustionarono il manto del cane della ‘vittima-testimone’.

 

 

 

 

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