Cosenza, cerotti antidolorifici contenenti oppioidi, cinque arresti

Cosenza, cerotti antidolorifici  contenenti oppioidi, cinque arresti

COSENZA. Vendevano un antidolorifico e narcotico, il “Durogesic”, in forma di cerotti contenenti quale principio attivo il “Fentanyl”, un potente analgesico oppioide sintetico con effetti superiori alla morfina. Per questo i carabinieri del Comando provinciale e del Nas di Cosenza, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura, hanno arrestato 5 persone – una ai domiciliari – e notificato un obbligo di dimora per spaccio, truffa al Servizio sanitario, ricettazione e falsità materiale. L’indagine ha preso il via dalla denuncia della madre di uno degli indagati che, a maggio 2017, segnalava ai carabinieri di Bisignano che il figlio acquistava da alcuni spacciatori un antidolorifico. Gli indagati si procuravano i cerotti usando ricettari rubati in ospedali ed ambulatori e timbri contraffatti con i dati di medici in pensione o inesistenti e falsificando le prescrizioni per venderli a 50, 25 e 10 euro per un giro da 80.000 euro. La truffa è stata compiuta ai danni dei farmacisti, indotti in errore. Nel corso dell’operazione, cui hanno partecipato anche i militari della Compagnia di intervento operativo del 14° Battaglione Calabria e da unità antidroga del Nucleo cinofili dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, sono state eseguite 15 perquisizioni, 9 delle quali a carico di altri soggetti indagati in stato di libertà per gli medesimi reati. All’esito delle perquisizioni due persone state denunciate in stato di libertà e sono stati trovati 5 cerotti “Durogesic” (altri 20 erano stati sequestrati durante le indagini), 4 prescrizioni mediche già compilate e recanti il timbro della locale azienda ospedaliera, 32 confezioni di metadone, 2 grammi di eroina ed 1 grammo di hascisc. “È stata – ha commentato il procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo – un’indagine importante perché ci fa entrare nell’universo dark della droga. In quel mondo parallelo, caratterizzato dal silenzio, dalla necessità di procurarsi in ogni caso è con ogni modalità lo stupefacente. Stiamo parlando di droghe legali, farmaci con effetti dopanti per malati terminali, che queste persone, invece, si procacciavano con un sistema estremamente elaborato di falsificazione di ricette. Pensare che ci sia una provincia che non abbia problemi di droga è sbagliato, la diffusione è capillare, anche oltre la città capoluogo. Altro fatto grave è la presenza di minorenni, stiamo lavorando in sinergia con la Procura dei minori e dell’antimafia su questa materia”. “Al momento – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza Piero Sutera – abbiamo tracciato circa 300 confezioni. Spesso gli assuntori consumavano il farmaco dopo l’immediato acquisto, anche in macchina”.

 

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