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Corso di formazione in Oncoematologia, Molica: “Forte impatto della pandemia sulla richiesta di screening oncologici e sull’assistenza sanitaria”

Corso di formazione in Oncoematologia, Molica: “Forte impatto della pandemia sulla richiesta di screening oncologici e sull’assistenza sanitaria”

Da febbraio, a causa del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da Covid-19, negli ospedali italiani è stato rilevato un importante calo delle richieste di screening oncologici. Diminuzione che ha riguardato gli esami alla mammella (-38%), ai polmoni (-18%) e al colon (-46%) al quale è seguita una veloce ripresa a giugno che, confrontata con lo stesso periodo del 2019, ha evidenziato un aumento del 27% di screening mammografici, del 9% di Tac polmonare e un + 30% di richiesta per colonscopia. I dati sono stati presentati durante la tredicesima edizione del corso di formazione in ematologia ed oncologia, organizzato – secondo normativa anti Covid-19 – dal Dott.re Stefano Molica (coordinatore scientifico dell’evento ed ematologo Dipartimento Oncoematologia AOPC Catanzaro) e moderato assieme al direttore medico P.O. Ciaccio De Lellis, Francesco Talarico, dal tema “Conciliare i modelli gestionali del post-pandemia con l’evoluzione delle terapie in onco-ematologia”, tenutosi il 19 e 20 novembre.

Importante  è stata la presentazione dei dati di quanto si sta verificando in questo periodo e secondo i quali, seguendo un po’ l’andamento delle patologie, l’accesso agli ambulatori, l’accesso agli ospedali, hanno disegnato uno scenario preoccupante in quanto hanno evidenziato l’impossibilità dei pazienti di poter accedere agli screening oncologici, agli ambulatori specialistici, con la conseguenza di un notevole ritardo per l’inizio delle cure onco-ematologiche. Si è parlato, inoltre, anche di ricerca clinica – estremamente importante e non staccata dalla pratica clinica – che consente attraverso gli studi clinici un accesso ai pazienti alle terapie più innovative.

Importante il riconoscimento della figura dei farmacisti ospedalieri, che in questo periodo sono in prima linea dovendo far fronte ai fabbisogni di tutti i giorni, anche per quanto riguarda i farmaci oncologici, ematologici soprattutto in un momento in cui si è fermato tutto, ma non si è fermata la necessità di continuare ad erogare le cure adeguate ai pazienti con altre patologi, ed del personale infermieristico – presenza importante nell’assistenza del paziente – che durante il lockdown e subito dopo, ha fatto vedere come si può realmente organizzare in un ospedale con caratteristiche oncologiche, tutto un percorso “non Covid-19” per i pazienti, consentendo agli stessi una continuità di cura per altre patologie anche in tempi di pandemia.

«Ritengo, ci sia stata la possibilità in questi giorni, di affrontare tutte le problematiche da differenti punti di vista – ha dichiarato il dottore Molica, in conclusione – offrendo, ognuno dei relatori, la propria esperienza e integrando il proprio parere, sicuramente differente, rispetto ad un modello che inizialmente si era pensato di proporre. Il tutto, ben coordinato dal dottore Talarico, che è riuscito nella fase finale a far venire fuori questo momento centrale sì di innovazione, di digitalizzazione, ma sempre con al centro il paziente e i bisogni dello stesso».

Destinatari del corso di formazione – che negli anni ha sempre mantenuto un percorso di continuità tematica – sono stati medici di ematologia oncologia, anatomia patologica, anestesia e rianimazione chirurgia, geriatria, laboratorio analisi, malattie infettive, medicina generale, medicina interna, patologia clinica, radioterapia, organizzazione servizi sanitari ospedalieri, farmacisti ospedalieri o territoriali, biologi, e infermieri professionali.

«La pandemia da Covid-19 ha avuto un forte impatto sull’assistenza sanitaria dei pazienti affetti da patologie ematologiche lungo tutto il periodo del lockdown. – ha evidenziato Molica, proseguendo – Durante la fase 1, in particolare, per ridurre il potenziale rischio di infezione e le sue complicanze per i pazienti ematologici è stato necessario modificare i normali standard di cura e adottare misure di gestione straordinarie». Ed ancora, «In questi due giorni si è discusso di tutto quello che questi mesi di pandemia ha insegnato e continua ad insegnarci ma, soprattutto, si è discusso molto della “contaminazione” delle competenze. Un messaggio nuovo, un messaggio che la pandemia si porta dietro per una sanità che sia un po’ ridisegnata e che rappresenti un cambio di paradigma».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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