Conti pubblici, Italia stretta nella “morsa” Ue

Conti pubblici, Italia stretta nella “morsa” Ue

Una manovra correttiva da 14-15 miliardi l’anno, pari allo 0,85% del Pil: questa, secondo la proiezione elaborata dai tecnici della Commissione europea, l’ampiezza dell’intervento che l’Italia dovrebbe attuare per imboccare la strada del risanamento dei conti pubblici. I conti, a quanto si è appreso, sono stati fatti a Bruxelles in base ai parametri contenuti nella proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita presentata oggi e sono già stati comunicati ai singoli Paesi. La posizione del governo sul Meccanismo europeo di stabilità, spiegano fonti di Palazzo Chigi, non cambia, resta quella esplicitata nelle scorse settimane dalla premier Giorgia Meloni. Mentre l’Ue sollecita l’adesione da parte dell’Italia, è fermo da quasi un mese in commissione Esteri alla Camera l’esame delle due proposte di legge per la ratifica del Mes, presentate da Pd e Iv. Slitta quindi l’approdo in Aula, inizialmente previsto ad aprile. “Il negoziato è in corso -aveva detto Meloni- e mi pare evidente che alcuni strumenti dell’Unione europea vadano aggiornati alla luce del nuovo scenario geopolitico. Il Mes è stato concepito quando eravamo in un altro mondo e nemmeno allora è stato utilizzato”. Per la premier, “se deve contrastare le crisi finanziarie, allora non solo è sottodimensionato ma soprattutto non serve allo scopo. Mi pare sufficiente guardare in Europa a cosa è successo nel collasso del Credit Suisse”. Intanto all’Eurogruppo sarà chiesto all’Italia che cosa intenda fare sulla ratifica del Mes: “E’ una domanda che porremo al ministro italiano”, ha detto un funzionario europeo in vista dell’incontro informale dei ministri delle Finanze dell’Eurozona domani a Stoccolma. Sul fronte Pnrr, intanto, si stanno scambiando con Bruxelles gli ultimi documenti “per raggiungere l’obiettivo” di superare la fase di “valutazione” per il rilascio della terza tranche di aiuti legata al raggiungimento dei 55 obiettivi del Pnrr richiesti per il 31 dicembre 2022. Lo ha detto il ministro degli Affari Europei, Raffaele Fitto nella sua informativa di ieri al Senato.

 

 

 

 

 

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