Comuni sciolti per mafia, la provincia di Cosenza terza a livello nazionale

Dati contradditori quelli che emergono dalla Calabria sul fronte delle intimidazioni agli amministratori locali e al personale della Pubblica Amministrazione. A fronte di un costante calo dei casi censiti dal nostro annuale monitoraggio (87 nel 2016, 70 nel 2017, 56 nel 2018 e 53 nel 2019), restano elevati i numeri degli scioglimenti per infiltrazioni mafiose degli Enti locali (8 nel 2019 dopo gli 11 del 2018). Il 42% dei casi censiti nel 2019 si è concentrata nella provincia di Cosenza, un territorio fin qui rimasto ai margini delle cronache – giudiziarie e giornalistiche – sulle attività delle ‘ndrine in Calabria, ma come tutta la regione pesantemente condizionato dalle attività di stampo mafioso, in particolare delle cosche Muto, attiva a Cetraro, e Lanzino-Patitucci, Perna-Cicero, Abbruzzese e Rango-Zingari presenti nel capoluogo e che, secondo la Direzione Investigativa Antimafia, sono “sodalizi che per la conduzione delle progettualità criminali ricorrono anche ad azioni collusive con soggetti istituzionali”. A Scalea il consigliere Renato Bruno è stato aggredito da due persone al termine di una seduta del Consiglio comunale. A Paola e San Nicola Arcella sono andate a fuoco due auto di altrettanti dipendenti comunali, così come ad Amantea le fiamme hanno distrutto due auto di un ex consigliere regionale. A Corigliano Rossano ripetuti atti intimidatori – gomme squarciate – al candidato sindaco Stasi. A Cetraro l’automobile di Cinzia Antonuccio, coordinatrice del servizio di raccolta rifiuti del Comune, è stata incendiata nella notte. La sindaca di Lattarico Antonella Blandi ha ricevuto una busta con all’interno una lettera dal chiaro contenuto intimidatorio: “Se vuoi che i tuoi figli tornino a casa dall’asilo nido, fai lavorare chi non ha da mangiare”. La morsa della ‘ndrangheta sugli Enti locali Careri (sciolto una prima volta nel 2012), Palizzi, Stilo, Sinopoli (già sciolto nel 1997), Africo (giunto al terzo provvedimento dissolutorio, dopo quelli del 2003, successivamente annullato, e del 2014) e San Giorgio Morgeto. Ai sei Comuni della provincia di Reggio Calabria si aggiungono le Aziende Sanitarie provinciali di Reggio e di Catanzaro. Numeri che fanno lievitare a 19 gli Enti locali sciolti per infiltrazione mafiosa in Calabria nel biennio 2018-2019. Dal 1991 gli scioglimenti in Calabria – regione che detiene il record a livello nazionale – sono stati 121. In media, negli ultimi 30 anni, almeno 4 Comuni calabresi ogni anno hanno subito questo provvedimento. Conseguenza di ciò che la DIA definisce il “radicato livello di penetrazione nel mondo politico ed istituzionale” da tempo raggiunto dalla ‘ndrangheta (non solo in Calabria). Una morsa letale in grado di influenzare e indirizzare tutti gli aspetti socio-economici del territorio.