Comunali di Catanzaro, continua il botta e risposta al vetriolo tra Tallini e Wanda Ferro
TALLINI UNO “Più che un giallo, l’ormai imminente adesione di Fratelli d’Italia al progetto del professore Donato, tesserato del Pd fino a pochi giorni fa, sembra una sceneggiata napoletana, quelle in cui i protagonisti fingono di piangere per nascondere i loro veri sentimenti. Non ci vuole molto per capire che le ostentate ‘sofferenze’ e ‘resistenze’ di queste ore sono solo pietosi veli per celare un piano che parte da lontano”. Lo afferma, in una nota, Domenico Tallini, ex coordinatore provinciale di Catanzaro di Forza Italia e già presidente del Consiglio regionale, che ha lasciato il partito perché in disaccordo con la decisione di sostenere la candidatura di Valerio Donato a sindaco di Catanzaro. “L’onorevole Ferro – aggiunge Tallini – fa due richiami che farebbero superare anche il problema delle ideologie e degli schieramenti: la necessità di tenere unito il centrodestra e la ‘qualità’ del candidato. Sono due argomenti talmente fragili e strumentali che dimostrano il cinismo dell”operazione militare speciale’ che porterà il centrodestra a non essere presente con la propria faccia solo a Catanzaro, uno dei quattro capoluoghi di regione in cui si voterà a giugno e che costituiscono un vero e proprio test elettorale nazionale. Se davvero l’onorevole Ferro aveva a cuore l’unità del centrodestra, avrebbe dovuto esercitare il diritto-dovere che le derivava da un accordo romano che assegnava a Fratelli d’Italia l’indicazione del candidato sindaco di Catanzaro. Un diritto-dovere che nessuno in Calabria ha messo in discussione, visto che Forza Italia ha espresso i candidati sindaci di Vibo Valentia, Cosenza e Crotone, mentre la Lega ha espresso quello di Reggio Calabria. Bastava mettere sul tavolo un nome spendibile e nessuno si sarebbe sognato di porre veti. Era quello il momento giusto per salvaguardare l’unità del centrodestra. Quanto al richiamo alla ‘qualità’ del professore Donato, devo dire che questa è un’affermazione che suona come un’autentica offesa a tutti coloro che, dirigenti politici o professionisti, hanno sempre militato con coerenza e lealtà nell’area del centrodestra. E’ la cancellazione della storia stessa del centrodestra a Catanzaro. Al tavolo delle trattative sono arrivati nomi di altissima qualità, con in più i requisiti dell’appartenenza e dell’affidabilità politica. Non credo che professionisti di riconosciuto livello come gli avvocati Saverio Loiero e Valerio Zimatore o lo stesso prestigioso presidente dell’Ordine forense di Catanzaro Antonello Talerico abbiano qualcosa in meno del pure apprezzabile professore Donato. Se il criterio era la ‘qualità’, perché Fratelli d’Italia, a cui spettava il compito di esprimere il candidato in base alle interlocuzioni nazionali, non ha avanzato con chiarezza e decisione i nomi di Loiero, Zimatore e Talerico? Avrebbe trovato solo condivisione. Le dichiarazioni dell’onorevole Ferro suonano come irrispettose per la storia professionale e politica dei candidati che sono stati puntualmente bruciati al tavolo. Al punto che si potrebbe perfino ipotizzare che i veti sui ‘nostri’ candidati siano stati funzionali alle scelte odierne. Ma irrispettose anche per la storia del centrodestra catanzarese, che viene oggi strumentalmente definito dagli avversari come privo di ‘qualità’ al punto da attingere al campo opposto, ai tesserati del Pd. Il popolo del centrodestra giudicherà nelle urne questo pasticcio. Anzi, questa sceneggiata napoletana”.
FERRO “Replico a Mimmo Tallini solo per dovere di estrema chiarezza verso i cittadini, ai quali si tenta di dare un racconto distorto della realtà. Non ritengo infatti di potere accettare lezioni di coerenza e linearità politica, tanto meno da parte di chi nel centrosinistra ha scelto di militare con ruoli di primo piano, e contro il centrodestra in città si è persino schierato alle Comunali, prima contro Lacquaniti e poi contro Tassone, e alle Provinciali contro la seconda candidatura di Traversa”. Lo afferma, in una nota, Wanda Ferro, deputata di Fratelli d’Italia e coordinatrice regionale e provinciale di Catanzaro del partito. “Meglio dei poeti di compagnia – aggiunge – è la storia a raccontare chi siamo. E la mia è sempre stata una storia di destra. E’ fuorviante tentare di dare responsabilità a Fratelli d’Italia, la cui posizione al tavolo del centrodestra è sempre stata chiara: ha proposto nomi autorevoli, che non hanno avuto la condivisione di tutti, e non ha posto alcun veto sulle proposte degli altri. Né ha mai messo in discussione le qualità dei possibili candidati. Insomma, se davvero c’è una sceneggiata, non è certo Fratelli d’Italia a fare la parte ‘d’o malamente’. Tallini cita l’avvocato Zimatore, che lui stesso non ha mai convintamente portato al tavolo, e l’avvocato Talerico, sul cui nome era notoriamente diviso il suo partito, che era già sceso autonomamente in campo, sostenuto da Mastella e Calenda, e che in passato era stato candidato al fianco di Fiorita contro Abramo. Al di là delle sue indiscusse qualità personali e professionali, non può, e credo neppure vorrebbe, essere ritenuto un alfiere del centrodestra. Ma fatico a comprendere perché questi nomi, notoriamente a lui vicini, avrebbe dovuto proporli Fratelli d’Italia, che, ribadisco, non ha posto alcun veto, e che, invece, ha portato al tavolo il nome di Saverio Loiero, per il quale Tallini non ha certo fatto le barricate”. “Se Tallini avesse tanto tenuto all’unità della coalizione – dice ancora Wanda Ferro – perché, piuttosto, non ha condiviso le candidature di Esposito e Polimeni? Se Tallini avesse tanto tenuto a valorizzare l’esperienza amministrativa di Abramo, che personalmente ho ritenuto di dover difendere pur non avendovi preso parte, perché ha continuato a chiedere discontinuità? Già da tempo ho avuto modo di spiegare che lo stillicidio di nomi bruciati al tavolo del centrodestra è stato purtroppo il prodotto di rapporti deteriorati tra i protagonisti dell’Amministrazione uscente, di cui Fratelli d’Italia, ricordo, non ha fatto parte, oltre che dei calcoli di opportunità personale di qualcuno. Tallini sostiene che Fratelli d’Italia avrebbe dovuto rivendicare il candidato a sindaco, ma sa bene che, dopo la vicenda dell’elezione del presidente Mattarella, non si è più riunito un tavolo nazionale del centrodestra e non ci sono postazioni assegnate, come emerge in tutte le città in cui si va al voto, da Palermo a Verona. Piuttosto fa sorridere come un politico dell’esperienza di Tallini possa sostenere, in sostanza, che Fratelli d’Italia avrebbe dovuto imporre alla coalizione il proprio candidato, anche senza una piena condivisione da parte degli alleati, in un’elezione che prevede il voto disgiunto. Le vicende di Reggio, Crotone e Cosenza, che lui porta ad esempio, dovrebbero indurre a qualche riflessione. Un politico della sua esperienza, che rivendica giustamente un peso determinante nelle dinamiche politiche cittadine degli ultimi decenni, dovrebbe interrogarsi, piuttosto, sulla qualità di parte della classe amministrativa che ha contribuito a far crescere, e con la quale prestigiose personalità della società catanzarese hanno preferito evitare.
TALLINI DUE “Prendo atto che L’on. Ferro ha evitato di rispondere agli imbarazzanti quesiti di natura politica che le ho posto, preferendo buttarla sul personale terreno a lei congeniale per continuare a confondere gli elettori del centrodestra, che la assicuro non nutrono alcun dubbio sull’area di appartenenza politica del sottoscritto”. Lo afferma in una nota Domenico Tallini. “Né – aggiunge – ho voglia di ricordare a Wanda Ferro il mio diverso modo di fare politica, io a cercarmi il consenso tra la gente lei sempre in attesa di una nomina d’ufficio calata dall’alto. Ci sarà tempo e modo per ristabilire tante altre verità magari in un momento in cui lei potrà essere più lucida, serena e meno nervosa. Nella memoria dei catanzaresi è ben impressa l’immagine plaudente di Wanda Ferro sotto il palco di Rosario Olivo alle comunali del 2006. Pertanto, non potrebbe stupire oggi l’immagine di una Wanda Ferro applaudente e adorante sul palco di un candidato a sindaco di sinistra sul quale già sono confluiti Lega e Forza Italia. Candidato che è e resterà sempre orgogliosamente di sinistra come ha scritto il portavoce dello stesso. La scusa del ‘male minore’ è sempre valida per giustificare le proprie scelte e probabilmente le proprie deficienze. Si ha avuto l’impressione fino a questo momento che siano stati organizzati tavoli per far finta di fare decidere molti alleati della coalizione ma che di fatto le decisioni erano state già prese altrove. Quando diciamo che la candidatura del professore della sinistra nasce non a Catanzaro, ma a Vibo Valentia, siamo molto vicini alla verità. ‘Catanzaro provincia di Vibo Valentia’ è il progetto inquietante che ci viene proposto. L’operazione, neanche tanto nascosta di Fratelli d’Italia, è stata quella di mandare avanti Coraggio Italia, Lega e Forza Italia, in modo da ‘costringere’ l’on. Ferro a salvaguardare l’unità del centrodestra, accettando ‘a malincuore’ l’accordo. Ma non servirà. Si tratta della ‘sceneggiata napoletana’ a cui facevo riferimento nella mia prima nota”. “Farebbe in tempo anche oggi l’on. Ferro – conclude Tallini – a convocare tutto il centrodestra e cercare una soluzione. Mancano due mesi abbondanti al voto. I nomi su cui discutere li abbiamo. Ma ho contezza che il copione della sceneggiata napoletana sia già stato scritto. Manca solo l’entrata in scena dell’ultima protagonista”.