Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente ed eseguire determinate funzioni. Di seguito troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie in ciascuna categoria di consenso.

I cookie classificati come "necessari" vengono memorizzati nel tuo browser in quanto sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Secondo Coldiretti Calabria si possono recuperare 8mila ettari di tera: “Allargare la coltivazione di mais e grano”

Secondo Coldiretti Calabria si possono recuperare 8mila ettari di tera: “Allargare la coltivazione di mais e grano”

In Calabria si possono recuperare alla produzione di materie prime almeno 8mila ettari di terra. La stima è della Coldiretti. “E’ ormai un effetto a catena -spiega una nota- che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole con una grave crisi di liquidità che ovviamente incide sugli investimenti. Più di un’azienda agricola su 10 – afferma Coldiretti – è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e circa 1/3 del totale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi. I dati Istat, resi noti in questi giorni – sui prezzi alla produzione dell’industria – commenta Coldiretti – balzano del 32,8% a febbraio fortemente influenzati dai rincari dell’energia. Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15mila euro in media ma con punte, paradossalmente, ancora più elevate per le aziende strutturate. Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti – sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che sono indispensabili a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti che registrano incrementi dei costi – rileva la Coldiretti – che rischiano, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari”. “Siamo costretti ad importare materie prime agricole – continua Coldiretti – a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati indotti a ridurre se non annullare la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni. La Coldiretti insiste molto per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ma occorre pensare al futuro, allargando gli ettari da coltivare in particolare a grano e mais che in Calabria, da una prima ricognizione, tenendo anche conto della deroga della Commissione Europea agli obblighi Pac sui terreni “a riposo” , possono, al momento, arrivare a quasi 8mila ettari. Per aumentare produzione e le rese dei terreni, poi, occorre investire su bacini di accumulo delle acque piovane per combattere gli inevitabili periodi di siccità così come – conclude – serve anche contrastare seriamente sia l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica in particolare nelle nostre Università spingendo sull’innovazione tecnologica”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

desk desk