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Che cos’ è lo smart working: il lavoro agile che aiuta le grandi aziende

Che cos’ è lo smart working: il lavoro agile che aiuta le grandi aziende

Finalmente qualcosa si muove anche in Italia, per quanto riguarda il mercato dello smart working. Di che cosa si tratta? Per smart working intendiamo un lavoro che può essere gestito in autonomia di orari e luoghi. Lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo, oggi grazie alla tecnologia è diventato sempre più frequente e fattibile. Come? Innanzitutto è un sistema pratico per le aziende medio-piccole, in quanto abbatte alcuni costi fissi di gestione di diversa natura. Non a caso sia le medie che le grandi imprese dal 2015 in poi hanno sposato questo nuovo modo di concepire il lavoro, dando la possibilità ai propri dipendenti di poter effettuare il lavoro anche da casa o da remoto. Non stiamo però parlando di quello che è conosciuto in gergo lavorativo come telelavoro e che riguarda alcuni specifici campi come ad esempio il telemarketing. I benefici dello smart working si vedono principalmente quando il dipendente non è vincolato dalla rigidità di orari fissi, ma bensì per chi può gestire e organizzarsi il lavoro in maniera più autonoma e indipendente. Naturalmente questo tipo di attività lavorativa prevede che il dipendente faccia anche dei rientri nella sede aziendale, questo secondo le normative e le leggi vigenti per quanto riguarda lo smart working nei Paesi della Comunità europea.

A parte gli aspetti prettamente burocratici e legali della questione, il senso dello smart working è quello di consentire ai lavoratori di conciliare al meglio la propria vita personale e quella lavorativa. Prendiamo come esempio il caso di una madre single, dove nella gestione della propria vita vi sia anche l’accudimento della propria prole. Chiaramente laddove non ci sono più orari e presenze il lavoro deve poter essere valutato in base ad altri criteri e principi, quali ad esempio i target, ovvero gli obiettivi prefissati che devono essere raggiunti. Questo nuovo metodo di lavoro, che secondo alcune teorie sarebbe in grado di dare risultati operativi differenti e migliori rispetto alla rigidità di un orario fisso e di un posto di lavoro aziendale di tipo classico, ha trovato tra i suoi sostenitori un imprenditore fuori dal comune come Richard Branson.

Secondo Branson infatti dare troppe regole fisse e rigide può dare risultati nell’immediato, per un’azienda, mentre alla lunga causa stress e risultati effettivi meno elevati rispetto a chi invece sostiene ove sia possibile lo smart working. Nonostante possa apparire poco ortodossa, questa nuova concezione di lavoro è stata lanciata e praticata proprio dalle grandi multinazionali, come ad esempio le affiliazioni casino, molte start up ma anche marchi conosciuti come la Virgin o addirittura tradizionali come Barilla. In particolare il brand che opera da diverso tempo nel settore alimentare ha inaugurato con successo lo smart working in Italia già a partire dal 2013 con risultati operativi molto soddisfacenti. Progressivamente altri importanti marchi hanno seguito questo esempio come ad esempio Vodafone o Siemens. Il settore tecnologico in particolare ha visto un aumento dei capitali grazie al taglio dei costi potendo gestire sedi sempre meno grandi e con risultati particolarmente buoni in termini di fatturato annuo. A parte i piccoli centri urbani, il fenomeno dello smart working è stato adottato con successo nelle principali città italiane come Milano, Torino, Roma e Napoli, che hanno seguito l’esempio di Londra, Berlino e Parigi, dove lo smart working viene praticato già da un decennio con risultati più che apprezzabili. In particolare aziende moderne di branding e in generale chi si occupa di tecnologia ha ridotto il numero del personale fisso in azienda quasi del 50%, abbattendo i costi e diventando sempre più competitivi in termini di fatturato. Una soluzione ideale che dimostra come il lavoro agile sia una risposta possibile se non il futuro per quanto riguarda le grandi aziende.

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