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Catanzaro, manifestazione di Cgil, Anpi, Libera e Arci contro la Guerra in Ucraina

Catanzaro, manifestazione di Cgil, Anpi, Libera e Arci contro la Guerra in Ucraina

CATANZARO/ Sono trascorsi 12 mesi da quel drammatico 24 febbraio 2022 quando la crudeltà e l’ingiustizia della guerra sono scoppiate nel cuore dell’Europa, cancellando comunità intere sotto i bombardamenti, rubando la vita e l’infanzia a migliaia di bambini, mandando gli uomini al fronte e costringendo le donne e gli anziani a tagliare i ponti con le proprie radici fuggendo verso la speranza di un futuro possibile. E ieri, anche a Catanzaro – come nel resto del Paese – si è tornati in piazza a chiedere il cessate il fuoco e l’apertura di un negoziato di pace.

Ad organizzare l’evento insieme ad Anpi, Libera e Arci anche la CGIL Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo, rappresentata dal segretario generale Enzo Scalese. Presenti tra gli altri anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita e il vice sindaco Giusy Iemma, ed Elvira Iaccino, presidente di Libera.

“E’ importante continuare la mobilitazione per chiedere il cessate il fuoco, il negoziato e una decisa azione politica e diplomatica internazionale che rimetta al centro il ruolo delle Nazioni Unite e la sicurezza comune – ha spiegato il segretario generale della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese –. Siamo scesi in piazza in tutte le città d’Italia, e anche a Catanzaro, riprendendo i principi e le richieste della manifestazione nazionale dello scorso 5 novembre in cui abbiamo messo insieme tante le sigle contro la guerra in Ucraina per ricordare alla politica che non bisogna armare ma disarmare, lavorando per la pace. La guerra, come sappiamo bene dalle notizie e dalle immagini che scorrono sotto i nostri occhi dal 24 febbraio dello scorso anno – ha sottolineato Scalese – è sinonimo di morte e distruzione, senza trascurare anche le conseguenze economiche che si abbattono soprattutto sulle classi sociali più fragili a causa dell’incremento dei costi dell’energia. L’unica via percorribile per uscire da questo dramma non può che essere la costruzione della conferenza della pace”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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