Catanzaro, i medici del 118: “L’Asp cancella il servizio di emergenza”
Differenze contrattuali tra neo assunti e medici convenzionati, riduzioni illegittime delle indennità e un utilizzo inconsueto dell’elisoccorso con costi esorbitanti per la pubblica amministrazione. Parte dai medici del 118 di Catanzaro una nuova offensiva nei confronti dell’Azienda sanitaria provinciale del capoluogo calabrese. I medici sono amareggiati per la gestione del servizio di emergenza territoriale, al punto da sostenere che la commissione straordinaria che guida l’Asp “ha condannato al dissolvimento il servizio territoriale 118 e, con esso – scrivono – i cittadini a perdere l’unico servizio territoriale di emergenza che è in prima linea 24 ore a fronteggiare patologie acute dei cittadini”.
Scelte che, ritengono i medici, sarebbero state compiute “scientemente”. Tutto sarebbe iniziato “con il decidere di sovvertire un accordo nazionale della medicina generale, sottraendo, senza alcun titolo, un terzo dello stipendio dei medici per una presunta illegittimità di un’indennità di 5,5 euro all’ora per compiti aggiuntivi”. Questo, sempre secondo i medici, sarebbe avvenuto “nonostante il parere favorevole dei medici del comitato regionale della medicina generale”, causando “frustrazione nei professionisti dell’emergenza che hanno deciso in gran numero di dimettersi”. Una condizione, d’altronde, che ha portato ad “una grave situazione carenziale di risorse umane, con conseguente demedicalizzazione del servizio”.
Per sopperire alle carenze di medici sarebbe maturato un secondo errore che penalizza ulteriormente i medici del 118: “D’accordo con la dirigente delle risorse umane – hanno evidenziato – è stato avviato un piano di reclutamento di personale che elude puntualmente ogni regola e normativa, nonché la dignità degli sfortunati medici residuati, i quali si vedono offesi e vilipendiati da proposte economiche oscene a vantaggio solo dei dipendenti e di liberi professionisti, medici laureati da pochi mesi che si vedono recapitare parcelle da 8-9mila euro a dispetto di quelle normali di 2.000 euro dei poveri convenzionati”. Così, con alcune ambulanze senza medico che vengono inviate per soccorsi delicati, scatterebbe la necessità di utilizzare l’elisoccorso con maggiore frequenza, “con la modica somma di 16.000 euro” e cancellando ogni forma di risparmio e tutela della spesa pubblica. Condizioni, dunque, inaccettabili, dove non ci sarebbe più alcun risparmio, tra ricorsi e controricorsi, mentre gli stessi medici del 118 chiamano in causa anche la Regione Calabria che “indifferente al tutto, non risponde neanche alle pressioni di qualche politico”. In questo stato di cose, per i medici del 118 il diritto alla salute “viene messo a dura prova da una realtà politico-amministrativa che manifesta una pericolosa deriva oligarchica, travolgendo tutti i diritti”.