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Catanzaro, focus su “Ponte Morandi”/ “È monitorato, nessuna psicosi” (Tg RTC)

Catanzaro, focus su “Ponte Morandi”/ “È monitorato, nessuna psicosi” (Tg RTC)

CATANZARO. Il Ponte Morandi di Catanzaro tra passato, presente e futuro, un’infrastruttura simbolo dell’identità del capoluogo calabrese ma anche “laboratorio” per nuove sperimentazioni sul piano della sicurezza. Su queste direttrici si è snodato il convegno, organizzato dal Rotary Club Catanzaro e dal Rotary Club Catanzaro Tre Colli, sul tema “Evoluzione e progresso nella gestione di ponti e viadotti: il ponte Morandi di Catanzaro”. L’infrastruttura catanzarese è tornata all’attenzione generale anche perché venne inaugurata nel 1962 su un progetto opera dello stesso ingegnere, Morandi, che ha progettato il ponte sull’A10 a Genova, crollato lo scorso 14 agosto: questo è, peraltro, l’unico punto di contatto tra le due infrastrutture, che per tutto il resto – è stato rimarcato anche nel convegno – presentano caratteristiche tecniche completamente differenti. Al dibattito di Catanzaro ha relazionato il professore Mario Paolo Petrangeli, docente dell’Università La Sapienza, che fu allievo di Morandi: Petrangeli, che ha fatto un excursus storico dell’infrastruttura catanzarese, ha chiarito che “il ponte di Catanzaro, che è un ponte ad arco, è totalmente diverso dal ponte strallato di Genova, perché il ponte ad arco riproduce in chiave moderna uno schema che ha duemila anni di storia, mentre quello di Genova all’epoca era innovativo e quindi non c’erano le conoscenze sulle criticità che poi negli anni si sono evidenziate. Sono quindi – ha rilevato il docente universitario – due strutture diverse, e quella di Catanzaro è assolutamente robusta come si dice adesso in gergo tecnico”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Ferrara, coordinatore territoriale Anas, che ha illustrato l’andamento di alcuni lavori di manutenzione attualmente in corso sul Ponte Morandi di Catanzaro: “Si tratta – ha spiegato Ferrara – di un intervento innovativo, perché abbandona la logica dell’emergenza e privilegia invece la logica della programmazione. Abbiamo avviato il primo lotto, un secondo lotto sarà avviato a novembre, un terzo a gennaio-febbraio 2019, e in due anni intendiamo completare la manutenzione conservativa di tutti gli elementi strutturali del Ponte Morandi. Stiamo affrontando poi – ha rimarcato il dirigente dell’Anas – una nuova sfida, perché con l’Università della Calabria stiamo studiano anche interventi di adeguamento sismico, da realizzare con risorse aggiuntive di Regione e Comune”. Anche Ferrara ha poi ritenuto “doveroso confermare la bontà di come fu costruito il Ponte di Catanzaro e dei materiali al tempo utilizzati, e dalle indagini che abbiamo fatto non possiamo assolutamente pensare a un pericolo di crolli”. Il coordinatore territoriale Anas ha, inoltre, fatto una panoramica complessiva della situazione infrastrutturale nella regione, contenuta anche in un dossier inviato al governo nazionale all’indomani della tragedia di Genova: “Abbiamo inviato al ministero un lungo elenco di interventi che abbiamo intenzione di programmare e di realizzare nei prossimi anni sia per l’autostrada sua per tutta la viabilità calabrese. Sono necessari cospicui finanziamenti per migliorare la situazione, porre sotto manutenzione le infrastrutture calabresi e – ha concluso Ferrara – fare poi il passo successivo, l’adeguamento sismico, che in una terra così a rischio è fondamentale”. Al dibattito hanno preso parte anche Marco Moladori, dell’Anas, e Silvio Baudi, direttore dei lavori di manutenzione straordinaria del ponte Morandi: hanno portato i saluti istituzionali il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Roberto Musmanno.

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