Cartelli e polemiche, Riace resta un paese di accoglienza

Un cartello con la foto del santuario cittadino e la scritta “paese dei Santi Cosma e Damiano” dove c’era scritto “Riace paese dell’accoglienza”. L’iniziativa è della nuova amministrazione comunale guidata dal neo sindaco Antonio Trifoli, eletto la scorsa primavera con una lista sostenuta anche dalla Lega, alla guida del comune assurto agli onori della cronaca come modello d’interazione dei migranti. Dai colori della bandiera della pace che campeggiavano sulla cartellonistica ai tempi in gio sindaco era Domenico Lucano, si è passati ai simboli religiosi. La targa è stata scoperta nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato lo stesso sindaco Trifoli, e i due parroci del paese, don Giovanni Coniglio e don Giovanni Piscioneri. La decisione, interpretata da molti come una rimozione delle iniziative volute da Lucano, ha spiegato l’amministrazione comunale, è legata in realtà alle celebrazioni per i 350 anni dall’arrivo in paese delle reliquie dei due Santi. Lo stesso sindaco ha reso noto che altri cartelli simili saranno posizionati anche in altre strade di ingresso al paese.
“Non mi interessa fare polemiche, posso solo dire che ho un’altra idea di quello che è il territorio e di quella che è la comunità. E’ un tentativo di annullare la memoria ma non si può annullare la memoria, perché quello che abbiamo fatto a Riace è scolpito nei cuori e nei ricordi e non potrà mai essere cancellato”. Così l’ex sindaco di Riace (Reggio Calabria), Domenico Lucano commenta con l’Agi la decisione della nuova amministrazione comunale di rimuovere la cartellonistica all’ingresso del paese, sostituendo la scritta “paese dell’accoglienza” con i nomi dei santi patroni Cosma e Damiano. “Riace – aggiunge Lucano – è un luogo in cui c’è questa aurea sospesa di qualcosa di importante. Le opere pubbliche non si misurano solo sull’aspetto materiale, e io dico sempre che qui abbiamo fatto l’opera pubblica più grande che avremmo potuto fare, quella di accogliere persone in fuga dalle guerre, dalla povertà e dalla miseria, e questa è un’opera che non potrà mai conoscere rovina. E questo – sottolinea l’ex sindaco riacese – è stato anche un segno di un luogo che erano anche l’anima della Calabria, quella di essere una terra di accoglienza: questo messaggio me l’hanno trasmesso i miei genitori, e questo messaggio l’ho tradotto nella mia azione. Riace paese dell’accoglienza è stata una favola vera, è inutile nasconderlo:, i tentativi di sopprimere il messaggio di far prevalere l’umanità rispetto all’odio – conclude Lucano – non bastano a cancellare la memoria”.
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