Carceri, Uilpa: “In Calabria involuzione eccezionale”
CATANZARO. “Quella che a Roma è stata battezzata con lo slogan “Rivoluzione normale” e che doveva tradursi in un miglioramento dello stato della detenzione e delle condizioni di lavoro per la Polizia penitenziaria anche a seguito delle censure mosse dalla CEDU, in Calabria si è tramutata in un’ “Involuzione eccezionale””. E’ quanto afferma Gennarino De Fazio, Segretario Nazionale della Uilpa Penitenziari, che spiega: “mentre si dichiara che i detenuti vengono “aperti” per molte ore al giorno nella realtà vengono “rinchiusi” all’aperto (passeggi) o comunque in altri spazi comuni sempre sotto stretta sorveglianza statica che prevede la costante presenza fisica della Polizia penitenziaria. Nessun accenno, fatte salve forse un paio di sparute eccezioni che confermano la regola, a moderni modelli di sorveglianza “dinamici” che deflazionino i carichi di lavoro degli operatori anche con il ricorso a sistemi di controllo remoto. Così le direttive centrali continuano a rimanere profondamente inattuate e si registra il paradosso per il quale gli organici sono formalmente in esubero, ma pur con il cospicuo invio di rinforzi da fuori regione e la dismissione della Casa Circondariale di Lamezia Terme i carichi di lavoro, che prevedono anche straordinario programmato, sono divenuti insopportabili ed i diritti degli Agenti penitenziari costantemente compressi e mortificati, quando non addirittura negati. Delle due l’una: o la quasi totalità dei dirigenti penitenziari ed il provveditore regionale della Calabria sono incapaci o riluttanti nello gestire le risorse umane messe loro a disposizione secondo le direttive impartite o le piante organiche della Calabria e le consequenziali istruzioni diramate sono gravemente errate”. Peraltro, – prosegue De Fazio – mentre le relazioni sindacali intrattenute dal Provveditore regionale in missione, Salvatore Acerra, sono da sempre a dir poco scadenti, fa specie apprendere che presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia, per come dichiarato dal Direttore, non è stato possibile rivedere l’organizzazione del lavoro e contrattare con il Sindacato l’articolazione dei turni di servizio per il mancato assenso degli uffici superiori. Per queste e per altre ragioni – conclude il segretario nazionale della uilpa penitenziari – ho inviato in data odierna una nota al capo del DAP, Santi Consolo, e ad altri dirigenti dipartimentali per descrivere nuovamente la situazione contingente ed invitarli a farsi concretamente carico di quanto denunciato anche attraverso l’offerta di documentazione probante e ad intervenire con celerità affinchè in Calabria si ripristino condizioni di legittimità per quel che concerne l’organizzazione dei servizi della Polizia penitenziaria, ponendo altresì fine alla costante promanazione di segnali e atti deleteriamente contraddittori che disorientano il personale dipendente e sviliscono la stessa azione amministrativa nel perseguimento dei preminenti interessi della collettività”.