Caporalato, sindacati: “Oliverio dia seguito alla ritrovata sensibilità”

Caporalato, sindacati: “Oliverio dia seguito alla ritrovata sensibilità”

CATANZARO. “Fenomeni come sfruttamento, illegalità, sottosalario e caporalato, tutti legati al settore agricolo, così come la difficile condizione umana a cui sono soggetti gli immigrati presenti su suolo calabrese, d’un tratto hanno trovato l’attenzione di un distratto presidente della Regione Calabria, che fino ad oggi, almeno fin a quando non ha incontrato il massimo dirigente di un sindacato di base presso la Cittadella, non sembravano affatto aver trovato posto nella sua fitta agenda politica e istituzionale. Non ce ne vorrà, dunque, il presidente Oliverio, se, nell’apprendere dell’incontro avvenuto, come sindacati di categoria, ci assale un grosso dubbio sulle sue reali intenzioni”. Inizia così un comunicato di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. “L’iniziativa – proseguono – ha per noi il retrogusto amaro di una mera operazione di propaganda, che sfrutta in maniera poco nobile ed eticamente – prima che politicamente – discutibile la suggestione collettiva dell’opinione pubblica, legata alla sparatoria che ha portato alla morte del giovane Soumalya Sacko. Affermiamo ciò, poiché come sindacati di categoria abbiamo più volte sollecitato un confronto su temi specifici dell’intero comparto agricolo calabrese, rimanendo purtroppo nell’attesa senza aver mai avuto alcun riscontro dalle massime rappresentanze regionali. Attende ancora una risposta – continuano – giusto per citarne una, la richiesta di un tavolo di confronto spedita al dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Regione Calabria, nell’ormai lontano 21 novembre 2016. Nel frattempo, come sindacati non ci siamo affatto arresi alla sorda ignavia dimostrata dalla Giunta Oliverio su questi temi, ed abbiamo continuato a fare il nostro lavoro, avanzando, nella vana speranza di essere un giorno ascoltati, anche delle specifiche proposte per migliorare ed emancipare l’agricoltura dell’intera regione, così come le condizioni di migliaia di lavoratori agricoli. Lo abbiamo fatto, ad esempio, immaginando un concreto sostegno all’agricoltura attraverso adeguate risorse e politiche pubbliche per la salvaguardia dell’occupazione, contro lo sfruttamento del lavoro salariato e per arginare le inaccettabili speculazioni delle multinazionali dell’agro-industria; proponendo l’incentivazione e il miglioramento della rete dei trasporti, l’accesso al credito e alla terra, ma soprattutto azioni concrete per un lavoro etico e di qualità dove la sicurezza e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori siano al centro delle politiche aziendali”.

 

 

 

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