Camera Penale di Catanzaro e Vibo Valentia: “La questione Calabria va affrontata con decisione”

Le Camere Penali di Catanzaro e Vibo Valentia hanno redatto un documento con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sulle condizioni logistiche con le quali si sta celebrando l’udienza preliminare della nota inchiesta “Rinascita Scott”. E soprattutto la volontà di sollevare la “questione Calabria, a livello giudiziario, alla luce del grave momento di difficoltà che l’Avvocatura vive nel Distretto di Corte di Appello di Catanzaro.  Gli avvocati Valerio Murgano e Giuseppe Mario Aloi, presidenti rispettivamente della camera penale “A.Cantafora” di Catanzaro e “F.Casuscelli” di Vibo Valentia, chiedono un intervento e la presenza forte e decisa sul nostro territorio della Giunta dell’Unione Camere Penali, guidata da Gian Domenico Caiazza, con la celebrazione di un evento di portata nazionale.

L’avvio dell’udienza preliminare del processo “Rinascita Scott”, celebrato mediaticamente come il processo del secolo, ha palesato (purtroppo) ancora una volta la lesione del diritto di difesa. In attesa che la nuova aula bunker di Lamezia Terme venga terminata (e la cui sbandierata “necessità” tradisce la “consapevolezza” che coloro che non opteranno per il rito abbreviato saranno “certamente” rinviati a giudizio) a Roma è andato in scena un film inquietante. Nonostante il riacutizzarsi dell’emergenza covid-19, oltre alla mortificazione delle regole processuali già segnalata, circa 600 persone, tra avvocati, magistrati, imputati, guardie penitenziarie, forze di polizia e personale amministrativo, sono stati “costretti” ad assembrarsi in condizioni disumane (persino l’acqua dopo poche ore è divenuta un miraggio), in nome della necessità, tutta mediatica, di costruire il “processo del secolo”.

E mentre a Roma si dava avvio alla celebrazione del “processo del secolo”, con tutte le criticità evidenziate nell’allegato documento, non poteva registrarsi miglior vento contrario di quello che è soffiato, da libeccio, dalla punta dello Stivale.

Il riferimento è all’intervista rilasciata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giovanni Bombardieri, il quale, ha ribadito con forza che “la professione del difensore è nobile ed indispensabile in un sistema democratico. Tutti hanno diritto ad essere difesi nel miglior modo possibile. L’avvocato non può essere attaccato perché fa il suo lavoro. Qualsiasi indagato o imputato ha diritto ad essere assistito in maniera adeguata…”. A Roma, per Rinascita Scott, vale la stessa cosa?

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