Cambiavento: “Abramo, Tallini e la fiction in salsa catanzarese”

Riceviamo alle redazioni di RTC e Giornale di Calabria nota stampa del movimento Cambiavento:
“Pare che Tallini e Abramo abbiano stipulato una tregua. Certamente, intanto, il consigliere Amendola agisce legalmente contro la propria maggioranza, contro sé stesso, contro il sindaco e il presidente del consiglio Polimeni. Se ne potrebbe fare una fiction.
Già, una di quelle belle fiction dalla durata infinita, dove all’apparente approssimarsi dell’epilogo il quadro cambia improvvisamente e tutto riparte. Altro giro, altra corsa. Una nuova Dallas o una nuova Dynasty, insomma, ma in salsa catanzarese. Peccato che la città abbia bisogno d’altro.
La città ha bisogno di essere governata, di funzionare ogni giorno e di avere un progetto, una prospettiva per il futuro. E invece chi tiene in mano le redini dell’amministrazione comunale pensa evidentemente che i cittadini siano solo dei semplici spettatori passivi. Continua a scrivere il copione e lo fa senza neppure porsi il problema della qualità dello spettacolo.
Da quattro anni ormai, Catanzaro è schiacciata sotto il peso di un unico tema: la futura sorte politica di un sindaco che non potrà più candidarsi alla carica che ricopre; un dato che sembra ossessionare Abramo ma che non è privo di conseguenze sulla cosiddetta maggioranza che lo sostiene: tutti insieme dalla stessa parte ma tutti in guerra. Stesso letto, ma sogni diversi. E quel letto si chiama gestione del potere.
Si farebbe fatica a ricostruire l’intera fiction, come abbiamo voluto definirla. Tutte le mutazioni registrate dalla geografia dei gruppi in consiglio comunale, con i cambi di casacca, i salti della quaglia, che si sono susseguiti praticamente senza soluzione di continuità fin dall’inizio della consiliatura. I cambi in giunta, nelle partecipate, nei gruppi consiliari, con l’avvicendamento di assessori e manager senza uno straccio di motivazione politica. Senza una valutazione del loro operato. Avevano sbagliato? Cosa? Non si sa. Sostituiti. Punto. E se interrogata, la produzione della fiction non dà risposta. Insomma, solo una estenuante, continua, guerra di posizione.
Si farebbe fatica a ricostruire tutto, anche perché il conflitto quasi mai si manifesta in maniera trasparente. Lo si percepisce, appunto, dalle novità improvvise, dai rumors, dai mal di pancia che esplodono in aula e poi fuori, fino a sfociare nel ridicolo di consiglieri comunali che, lo abbiamo detto, ricorrono alla giustizia amministrativa contro sé stessi e ciò che hanno concorso a votare. Si farebbe fatica a ricostruire tutto e forse non ne varrebbe neanche la pena. Una maggioranza in continuo affanno per via delle sue guerre intestine produce solo debolezza: in consiglio, in giunta, nelle partecipate, nei livelli dirigenziali degli uffici. Una debolezza che si traduce in improvvisazione nell’azione di governo, in dispetti, vendette, azioni intraprese sulla spinta di un’emergenza o di una variazione degli equilibri di potere. Una debolezza di cui gli unici a pagare il prezzo salatissimo sono Catanzaro e i catanzaresi. Non serve un’altra fiction. Servono altri attori”.