Cassano all’Ionio, maxioperazione contro il clan Abruzzese: 63 arresti

Traffico e spaccio di droga, estorsioni -tentate e consumate- ai danni di imprenditori operanti nei settori del turismo, dell’edilizia e dell’agricoltura, usura: erano le attività poste in essere dalla famiglia Abbruzzese di Lauropoli, colpita ieri dall’operazione congiunta di carabinieri e polizia, coordinati dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, che ha portato all’arresto di 63 persone -39 in carcere e 24 ai domiciliari- e alla notifica di 5 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Beni per un valore complessivo di 5 milioni sono stati sottoposti a sequestro. L’inchiesta ha ricostruito l’attuale assetto e l’operatività dell’organizzazione ‘ndranghetista di stanza a Cassano allo Ionio e nel comprensorio della Sibaritide, riconducibile agli Abbruzzese, oltre che la struttura e il modus operandi di un’associazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere, con la suddivisione dei ruoli e la gestione delle piazze di spaccio, operante sotto l’egida dello stesso sodalizio di ‘ndrangheta. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Reparto operativo Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza, e da personale delle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e del Servizio centrale operativo di Roma, con un’attività di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, tanto con riguardo alle dinamiche connesse al traffico di stupefacenti, e a più vicende estorsive, quanto per la ricostruzione della rete dei fiancheggiatori che hanno favorito la pregressa latitanza di Luigi Abbruzzese, considerato esponente di vertice del sodalizio. Nel corso delle indagini sono anche state acquisite e analizzate dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Alcuni indagati sono ritenuti responsabili anche di danneggiamenti e incendi finalizzati alle estorsioni agli imprenditori, di usura, con connesse estorsioni per la riscossione delle somme prestate, oltre a altri reati e alla intestazione fittizia di beni in relazione ad attività imprenditoriali nel mercato ortofrutticolo. Nel corso dell’attività, i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato di 10 soggetti ed al sequestro di tre chili tra eroina, cocaina e marijuana. Tra gli indagati vi sono anche il presidente del Cassano Calcio, l’imprenditore turistico Mario Varca, di 63 anni, di Cassano, e Mimmo Lione, di 55 anni, già amministratore delle Terme Sibarite e assessore comunale a Cassano durante le sindacature di Gianluca Gallo e, per un periodo, dopo le dimissioni dell’allora sindaco Gianluca Gallo per incompatibilità con il ruolo di consigliere regionale, sindaco facente funzioni della città delle Terme. Lione è l’attuale amministratore delle Terme di Galatro. C’è anche Marco Guidi, di 34 anni, consigliere comunale di maggioranza, tra le persone coinvolte nell’Operazione “Athena”; a Guidi è stato notificato l’obbligo della firma.
Gratteri: “Si cominci a parlare di mafia della Sibaritide”
“Bisogna cominciare a parlare di mafia della Sibaritide”. A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri incontrando i giornalisti per illustrare l’operazione anti ‘ndrangheta “Athena” condotta da carabinieri e polizia che ha portato all’esecuzione di 68 misure cautelari nei confronti di quello che, per gli inquirenti, non è un gruppo criminale comune ma una vera e propria organizzazione mafiosa capace di battezzare i bambini in nome di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i tre cavalieri fondatori di tutte le mafie, gli Abbruzzese che operano tra Cassano allo Ionio e Lauropoli. Non solo traffico di droga a livello internazionale, ha spiegato il procuratore, ma “hanno vessato imprenditori agricoli e del turismo”. “Si è banalizzato -ha continuato Gratteri- parlando di zingari come se fosse criminalità comune. Ho lottato per anni per avere maggiore attenzione sulla Sibaritide, un’area che a me sta molto a cuore perché dotata di un’imprenditoria agricola produttiva ed evoluta. La Calabria ha due importanti vocazioni, l’imprenditoria agricola e il turismo, entrambe venivano vessate nella Sibaritide. Io chiedevo uomini e mezzi per dare risposte. Perché gli imprenditori devono lavorare tranquilli. Questa area della provincia di Cosenza è storicamente caratterizzata dalla poca presenza di forze dell’ordine”. Per non mollare un’inchiesta importante è stata necessaria un’operazione congiunta di polizia e carabinieri che hanno lavorato, come ha detto, il comandante del reparto operativo Dario Pini di Cosenza “non con molti militari ma con militari che hanno dato l’anima con un intenso lavori di intercettazione e osservazione controllo e pedinamento”. L’operazione ha decapitato un gruppo criminale presente in maniera “capillare” sul territorio, come ha sottolineato il procuratore vicario Vincenzo Capomolla. “Abbiamo registrato -ha detto- diverse intestazioni fittizie di imprese. Dietro lo schermo di imprenditori asserviti c’era la cosca Abbruzzese che gestiva attività imprenditoriali anche importanti”.
Il sindaco Papasso: “Liberare il territorio dalla cappa mafiosa”
“Esprimo vivo compiacimento per la brillante operazione di polizia che è stata condotta sul territorio di Cassano all’Ionio da parte della Dda di Catanzaro con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. L’operazione odierna tende a liberare il territorio di Cassano all’Ionio e della Sibaritide dalla pesante situazione di illegalità e dai condizionamenti di ordine economico e sociale”. Lo ha detto, attraverso un comunicato, il sindaco di Cassano Ionio, Gianni Papasso, in riferimento al blitz di Carabinieri e Polizia che ha portato all’emissione di 68 provvedimenti restrittivi a carico di presunti esponenti della ‘ndrangheta operante sul territorio del centro da lui amministrato. “Concordiamo con il procuratore Gratteri, a cui inviamo messaggi di ringraziamento e di grande apprezzamento, -sostiene Papasso- quando dice che, ovviamente, le persone indagate sono presunte innocenti e che è legittimo che chiariscano, nelle sedi competenti, la loro posizione. Inoltre, appare opportuno dire che la terra di Cassano e della Sibaritide, culla della Magna Grecia, ricca di tante risorse naturali e culturali, deve essere liberata dalla “cappa mafiosa” che la opprime e la condiziona; allo stesso tempo i suoi cittadini devono essere liberi di svolgere le proprie attività in tutta serenità e libertà. Quella serenità e quella libertà che, purtroppo, i gruppi criminali soffocano. L’amministrazione comunale di Cassano All’Ionio -conclude Papasso- è e sarà sempre dalla parte dello Stato”.