Biondo (Uil): “Nella Manovra finanziaria manca una strategia organica di rilancio”

CATANZARO. “Il Documento di economia e finanza varato dal Governo Conte, nonostante sia diretto a chiudere con le politiche di austerità imposte nel passato dall’Europa, di fatto appare come una legge di bilancio in linea di continuità con le precedenti”. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo. “Infatti, rispetto agli anni scorsi – prosegue – questa manovra manca di una visione capace di costruire una strategia di rilancio organica e complessiva che comprenda il sistema Paese nella sua interezza, e soprattutto continua a perpetuare la logica, da Prima Repubblica, in base alla quale per far crescere l’Italia basta fare debito pubblico anziché intervenire a rimuovere gli ostacoli che impediscono la crescita di competitività e di produttività: l’inefficienza della pubblica amministrazione, l’elevata tassazione sul costo del lavoro o la lentezza della giustizia civile, l’evasione fiscale. Per far ripartire l’Italia, per rimettere in marcia l’economia del Mezzogiorno, la manovra avrebbe dovuto seguire una linea produttivista, avrebbe dovuto concentrare uno sforzo sull’aumento degli investimenti pubblici in infrastrutture e sul sostegno agli investimenti privati. Solo questi stimoli, accompagnati da una diminuzione delle tasse sul lavoro e sulle pensioni attraverso una lotta serrata all’evasione, sono in grado di fare crescere consumi interni e occupazione. Per quanto riguarda il Sud, poi, rispetto al recente passato, questa legge di bilancio sembra compiere qualche passo indietro. Il tema della povertà, deve certamente essere una priorità, ma il Reddito di cittadinanza non è sufficiente a dare risposte e soluzioni alla crisi del Mezzogiorno. Al Sud serve innanzitutto che il Governo compia la scelta strategica di investire sulla portualità concentrando risorse nei porti del Mezzogiorno, in particolare su quello di Gioia Tauro, in termini infrastrutturali, di logistica, di intermodalità e di formazione dei lavoratori. Le Zes devono divenire nel tempo lo strumento principale attraverso il quale l’Italia deve sfruttare fino in fondo la sua posizione sul Mediterraneo, fino ad oggi snobbata, per attrarre i grandi traffici internazionali, a partire dalla Via della seta. Sull’hub gioiese, la cui centralità nel bacino del Mediterraneo pare sfumare giorno dopo giorno, il Governo deve procedere alla definizione del nono della guida dell’Autorità portuale che rimane aperto da troppo tempo. Solo la programmazione di un complesso di interventi, su infrastrutture, formazione, ricerca e innovazione ed il rinnovo degli incentivi all’occupazione, da finanziare con risorse nazionale fissando il paletto del 34% di spesa pubblica al Sud previsto nella scorsa legge di bilancio, il Mezzogiorno e la Calabria si potranno risollevare creando nuove opportunità e occupazione. In questa legge di bilancio inoltre, il governo deve garantire la storicità del finanziamento del fondo per la forestazione calabrese e, prima che il reddito di cittadinanza al Sud venga declinato in lavori socialmente utili, va chiusa definitivamente nella nostra regione la vertenza dei 4500 Lsu/Lpu calabresi. Questa operazione può essere portata a compimento solo attraverso il finanziamento strutturale di circa 50 milioni di euro che il governo nazionale deve assicurare già all’interno di questa manovra economica per favorire la stabilizzazione di questi lavoratori”. “Rispetto a queste ultime tematiche – afferma Biondo – il governo regionale tuttavia non può essere sollevato dalle proprie responsabilità. Le riforme tanto attese in Calabria sono rimaste ferme al palo. Sulla forestazione è migliorata l’organizzazione del lavoro ma la Regione non è riuscita a fare il salto di qualità in termini di programmazione degli investimenti e di miglioramento delle capacità produttive. Non si è ancora presa contezza del fatto che la montagna, se valorizzata in tutti i suoi aspetti e se curata con un’attenta opera di manutenzione e di lotta al dissesto idrogeologico, può rappresentare un volano di sviluppo importante per la Calabria, sul piano sociale e occupazionale. Per quanto riguarda la questione Lsu ed Lpu la Regione, nonostante abbia garantito negli anni il finanziamento economico che sommato a quello nazionale è stato funzionale per la loro contrattualizzazione, in questa legislatura non ha provveduto ad offrire, attraverso l’emanazione di una legge regionale, un percorso lavorativo strutturale nella pubblica amministrazione”. “Alla deputazione calabrese, in particolare a quella che ha lo stesso colore politico del Governo, al governo regionale ed alla Calabria impegnata – conclude Biondo – chiediamo di porre la massima attenzione da qui fino a fine anno sull’iter parlamentare del disegno di legge di bilancio. Noi come sindacato continueremo ad attenzionare il tema sul piano nazionale e territoriale”.