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Beni culturali/ Cc Tpc di Cosenza, nel 2021 importanti recuperi

Beni culturali/ Cc Tpc di Cosenza, nel 2021 importanti recuperi

 

Sono 75 le persone denunciate in stato di libertà, di cui 38 per reati contro il paesaggio; 3501 i beni antiquariali, 362 i reperti archeologici recuperati e 106 le opere pittoriche false individuate dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza nel 2021 nonostante le difficoltà dovute alla situazione pandemica. I militari hanno compiuto inoltre 5 controlli di sicurezza a musei, biblioteche ed archivi, finalizzati a prevenire i reati di furto e danneggiamento, 34 controlli ad aree archeologiche finalizzati a prevenire le attività di scavo clandestino, 37 ad aree paesaggistiche e monumentali finalizzati a prevenire abusi edilizi e 25 ad attività antiquariali, fiere e mercatini di settore finalizzati a prevenire i reati di ricettazione e riciclaggio. Particolarmente significativa l’attività investigativa che ha portato al recupero di una pisside in argento trafugata dalla Chiesa di San Nicola di Mileto nell’aprile del 1979 assieme ad altri beni. Il recupero del bene culturale, opera di argenteria napoletana del XIX sec., a decorazione di tipo barocco, donata alla cattedrale da Mons. Vincenzo Maria Armentano, Vescovo di Mileto dal 1824, si è reso possibile grazie al costante monitoraggio delle vendite di tale particolare tipologia di beni eseguite tramite le diverse case d’asta nazionali ed estere. Altrettanto importante il ritrovamento, nelle acque dell’Area Marina di Capo Rizzuto, in località Secche di Capobianco, di nove cannoni in ghisa, una enorme ancora in ferro e, soprattutto, una campana in bronzo, riferibili ad una nave naufragata, tutti risalenti al periodo XV – XVI sec.. La stessa campana, che è l’unico pezzo recuperato, con il supporto del Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, e giudicato in “buono” stato di conversazione, sarà sottoposta a restauro al fine di poter risalire ad ulteriori informazioni utili per identificare la nave. Diversi sono stati i sequestri di immobili abusivamente costruiti all’interno di aree tutelate perché di interesse archeologico e paesaggistico.

 

 

 

 

 

 

 

 

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