Bankitalia: “In Calabria si registrano deboli segnali di ripresa”

Bankitalia: “In Calabria si registrano deboli segnali di ripresa”

CATANZARO. “Nei primi mesi del 2015 si è attenuata la forte caduta dell’attività economica in atto dal 2011”. E’ quanto emerge dal rapporto di aggiornamento congiunturale sull’economia calabrese, presentato dalla Banca d’Italia, filiale Calabria, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro. Tuttavia, il documento sottolinea che “i segnali di una ripresa rimangono più deboli rispetto al resto del Paese”. Nello specifico, ha dichiarato il direttore della filiale di Catanzaro, Sergio Magarelli, insieme ai ricercatori che hanno curato lo studio, “il fatturato nell’industria sta tornando gradualmente a crescere; la domanda estera di prodotti calabresi è salita sensibilmente, anche se tale canale ha influito in misura ridotta sull’andamento dell’economia, dato lo scarso peso dell’export sul prodotto. Il settore delle costruzioni ha registrato alcuni segnali di stabilizzazione, che stentano tuttavia a tradursi in un’inversione di tendenza. L’andamento del settore dei servizi si è confermato debole”. Va male anche l’occupazione. Secondo BankItalia, infatti, “le condizioni sul mercato del lavoro sono rimaste tese. Dopo la sostanziale stasi registrata lo scorso anno, l’occupazione è tornata a scendere. Tutti i principali indicatori rimangono peggiori rispetto al resto del Paese”. Secondo lo studio della Banca d’Italia, comunque, “in linea con l’andamento nazionale, si sono registrati segnali di miglioramento nel mercato del credito. La flessione dei prestiti si è sostanzialmente interrotta per le famiglie consumatrici mentre si è attenuata per il settore produttivo. Sono aumentate le richieste di finanziamento provenienti sia dalle famiglie sia dalle imprese, ad eccezione di quelle delle costruzioni. Timidi segnali di distensione si registrano – evidenzia ancora il rapporto – per le condizioni di accesso al credito. Anche la qualità del credito alle imprese calabresi, pur rimanendo inferiore al resto del Paese, è leggermente migliorata: si sono ridotti il tasso di ingresso in sofferenza e, soprattutto, l’incidenza dei finanziamenti con temporanea difficoltà di rimborso. E’ proseguita – infine – l’espansione dei depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese, soprattutto nelle componenti più prontamente liquidabili. Il valore dei titoli a custodia detenuti presso il sistema bancario dalle famiglie calabresi è invece diminuito”. Per quanto riguarda l’occupazione, emerge una particolare crisi che riguarda i lavoratori maschile, mentre le lavoratrici sono in aumento. Secondo lo studio, infatti, “le condizioni sono rimaste tese”. In particolare, secondo la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, “il numero degli occupati è diminuito dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014, mentre è lievemente aumentato nel Mezzogiorno e a livello nazionale. Il tasso di occupazione si è attestato al 37,4 per cento (55,9 per cento in Italia). L’andamento dell’occupazione – aggiunge BankItalia – è stato particolarmente differenziato per genere e posizione professionale: il calo è stato concentrato nella componente maschile (-2,5 per cento), mentre quella femminile è tornata a crescere (1,3 per cento); la flessione ha interessato esclusivamente i lavoratori dipendenti, a fronte dell’aumento registrato per gli autonomi”. Secondo quanto emerso, non esiste un settore in particolare crisi, dal momento che “il calo è stato generalizzato a tutti i principali comparti”. Nel secondo trimestre, comunque, è stata rilevata “una dinamica più favorevole”, dal momento che “i lavoratori interessati da nuove assunzioni sono aumentati dell’1,9 per cento rispetto al medesimo periodo dello scorso anno (0,6 nel primo trimestre)”. In base ai dati Inps, nei primi nove mesi del 2015 le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono significativamente diminuite in regione (-37,1 per cento). “Tale calo – scrive Bankitalia – è ascrivibile principalmente al forte ridimensionamento della componente in deroga; la Cig ordinaria e quella straordinaria sono calate in misura inferiore”. Infine, secondo i dati emersi dallo studio, il numero dei disoccupati nel primo semestre del 2015 è rimasto pressochè stabile rispetto al periodo corrispondente del 2014, a fronte del calo delle forze di lavoro. Il tasso di disoccupazione si è attestato intorno al 25 per cento, pari a circa il doppio di quello nazionale; il tasso di attività, dato dal rapporto tra forze di lavoro e popolazione in età lavorativa (15-64 anni), è lievemente diminuito al 50,2 per cento (64,1 per cento in Italia).

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