Perquisizioni in casa di Pittelli e di suoi familiari
La Guardia di finanza di Catanzaro ha operato ieri una perquisizione nei confronti dell’avvocato Giancarlo Pittelli, imputato nel processo Rinascita-Scott con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, e suoi familiari. Da quanto si è appreso, l’operazione delle fiamme gialle è legata alla cosiddetta “vicenda Copanello”, ovvero ad un debito da un milione e 36mila euro contratto da una società riconducibile a Pittelli con la Regione Calabria. Pittelli, tramite la società AT Alberghiera aveva, infatti, ottenuto un anticipo di finanziamento da 880mila euro per la costruzione di una struttura turistica in località Copanello nel Comune di Stalettì. Il finanziamento non aveva poi trovato concreta applicazione e il denaro non era stato mai restituito alla Regione. Nel 2018 la società ha venduto il terreno di Copanello, dove doveva sorgere la struttura, secondo l’accusa per sottrarlo all’ente creditore. La perquisizione è stata fatta nell’ambito di un procedimento penale per bancarotta fraudolenta per distrazione, per la ricerca delle scritture contabili della società. Lo scorso 29 marzo, inoltre, il Tribunale di Catanzaro, in accoglimento della richiesta avanzata dalla Dda di Catanzaro, ha dichiarato il fallimento della società. Le perquisizioni di ieri hanno generato una presa di posizione del “Comitato per Pittelli”, presieduto da Enrico Seta, tramite Umberto Baccolo. “Stamattina la Guardia di Finanza di Catanzaro ha effettuato una perquisizione nell’abitazione di Giancarlo Pittelli nell’ambito delle indagini per la presunta bancarotta fraudolenta di una società alberghiera (AT alberghiera). Quello che ormai colpisce nel “caso Pittelli” è una sempre più evidente proporzione diretta: man mano che il maxiprocesso “Rinascita Scott” mostra la sua fumosità e sprofonda nel disinteresse della pubblica opinione, la Procura -secondo il Comitato- innalza il livello dello scontro nei confronti di Giancarlo Pittelli”.