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Ballottaggio di Catanzaro, si inaspriscono i toni

Ballottaggio di Catanzaro, si inaspriscono i toni

Si inaspriscono i toni della campagna elettorale di Catanzaro, che domenica prossima vivrà il ballottaggio tra i due candidati sindaco Valerio Donato, sostenuto da una coalizione con forze di centrodestra, centrosinistra e moderate, e Nicola Fiorita, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra comprensiva di Pd e Movimento 5 Stelle. Tra i temi “caldi” che stanno infiammando il dibattito c’è, in particolare, quello dello scenario dell'”anatra zoppa”, che si concretizzerebbe qualora al ballottaggio dovesse prevalere Fiorita, che non avrebbe in Consiglio comunale la maggioranza, già spettante alla coalizione di Donato. Sul punto, a innescare l’ultimo fronte polemico, è stato il presidente del Consiglio comunale uscente, Marco Polimeni, già sicuro della rielezione quale consigliere con “Catanzaro Azzurra”, lista riconducibile a Forza Italia che fa parte della coalizione di Donato. Nel corso di un’iniziativa elettorale ha parlato dei “rischi che si corrono con una possibile elezione di Fiorita a sindaco di Catanzaro, il primo è che si sovvertirebbe la volontà popolare visto che le liste del nostro candidato sindaco hanno già raggiunto il 53% e sono già maggioranza”. Polimeni ha poi aggiunto: “Se Fiorita dovesse eletto sindaco dovrà rivolgersi necessariamente a quella maggioranza che lui ha già disdegnato e a quei consiglieri che ha già ritenuto inidonei. Lo dico subito: noi non avremo nessuna intenzione il giorno dopo di venderci e di fare accordi innaturali, il giorno dopo – ha sostenuto l’esponente di Forza Italia – rassegneremo immediatamente le dimissioni e non accetteremo nessun accordo trasversale”. A stretto giro di posta è arrivata la replica del Comitato elettorale di Fiorita. “La minaccia delle dimissioni di massa da parte dei consiglieri eletti nel centrodestra, in caso di vittoria di Fiorita al ballottaggio, mette a nudo un’assoluta mancanza di rispetto verso i cittadini e le istituzioni. Ed è ancora più grave e intollerabile -hanno proseguito i sostenitori di Fiorita- che a proferire quella minaccia sia stato il presidente del Consiglio comunale uscente che, evidentemente, ha imparato ben poco dall’avere ricoperto quella carica. È l’ennesima dimostrazione del livello cui possono giungere la bramosia di potere e l’attaccamento alla poltrona. La minaccia delle dimissioni di massa, a cui ovviamente non crede nessuno, è stata l’ennesimo boomerang di una campagna elettorale di basso profilo, giocata sul pettegolezzo e sul fango”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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