Avvocato ucciso da uno zio a Locri per banali dissapori di pianerottolo

REGGIO CALABRIA. Omicidio in pieno centro a Locri, poco dopo le 13. Un avvocato di 35 anni, Francesco Filippone, è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola mentre stava facendo rientro a casa. Soccorso è trasportato in ospedale, è morto dopo pochi minuti. I Carabinieri del Gruppo Locri, diretti dal tenente colonnello Pasqualino Toscani, hanno già arrestato un uomo, un parente della vittima, che ha utilizzato una pistola regolarmente detenuta per colpire a morte l’avvocato. Antonio Sgrò, di 68 anni, zio di Francesco Filippone, l’avvocato ucciso, ha ammesso di avere ucciso il nipote. Filippone è stato raggiunto da due colpi di pistola che ne hanno causato la morte avvenuta in ospedale poco dopo il ricovero. Antonio Sgrò, il pensionato di 68 anni che, a Locri, ha ucciso il nipote, l’avvocato Francesco Filippone, si è di fatto consegnato ai carabinieri, giunti sul posto insieme alla polizia. Alla vista dei militari, Sgrò li ha avvicinati chiedendo di parlare con loro. Intuendo quello che poteva essere successo, i carabinieri hanno accompagnato l’uomo nella caserma del Gruppo di Locri e sono andati a perquisire la sua abitazione, dove hanno trovato la pistola usata per il delitto e detenuta legalmente. All’origine del gesto vi sarebbero stati dissidi che andavano avanti da tempo legati a questioni di vicinato. Zio e nipote, infatti, vivevano sullo stesso pianerottolo – nel palazzo davanti al quale è stato commesso l’omicidio – ed avevano un ingresso esterno in comune da cui si accede poi a tre appartamenti. Giovedì, al culmine dell’ennesima lite, Sgrò ha preso la pistola ed ha sparato almeno sei-sette colpi calibro 7.65 contro il nipote. Filippone era sposato.

 

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