Assenteismo: venti indagati all’Asp e al Comune di San Vincenzo La Costa

Assenteismo: venti indagati all’Asp e al Comune di San Vincenzo La Costa

COSENZA. Si allontanavano dal luogo di lavoro senza segnalare la loro assenza, grazie alla compiacenza di colleghi i quali, in un sistema di scambio di favori, timbravano per loro il registro delle presenze. Sono in tutto venti le persone indagate nell’ambito delle indagini condotte della Procura della Repubblica di Cosenza e dai finanzieri del comando provinciale che mercoledì hanno notificato 12 misure cautelari personali nei confronti di dipendenti del Comune di San Vincenzo la Costa e di personale dell’Azienda sanitaria provinciale del Servizio cure domiciliari integrate (ex A.D.I.). I destinatari dei provvedimenti sono 4 dipendenti dell’Asp e 8 dipendenti comunali. Gli indagati devono rispondere di truffa aggravata ai danni di ente pubblico per essersi indebitamente assentati dal luogo di lavoro senza far risultare i periodi di assenza. Il sistema sarebbe stato documentato dai militari della Guardia di Finanza attraverso microtelecamere installate nei locali adibiti a timbratura o registrazione, attraverso pedinamenti ed osservazioni volti a rilevare gli effettivi comportamenti dei dipendenti pubblici e riscontri documentali. Quattro i dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza impiegati presso il Servizio Cure Domiciliari Integrate (un medico e quattro infermieri) che eseguivano la timbratura del cartellino marcatempo, attestando “falsamente” orari di ingresso e di uscita non corrispondenti a quelli reali. Il medico, che aveva l’incarico di effettuare visite domiciliari, dopo aver timbrato la mattina presto, si recava frequentemente da parenti e rientrava in ufficio dopo alcune ore. Gli infermieri, cui spettava il compito di effettuare terapie domiciliari, si scambiavano costantemente e “vicendevolmente” i propri tesserini aziendali, i quali venivano timbrati, nelle varie occasioni, dall’uno o dall’altro dipendente. In sostanza, un solo dipendente eseguiva la timbratura del cartellino marcatempo anche nell’interesse degli altri, in modo di far risultare la presenza anche dei colleghi assenti. In diverse occasioni, nel corso della giornata, gli impiegati fingevano di timbrare il tesserino, digitando solo alcuni numeri, al fine di dare l’impressione ai colleghi di aver ottemperato all’obbligo di marcatura in occasione dell’uscita e del rientro nel luogo di lavoro. Diverse le attività di natura privata svolte dagli impiegati in orario di servizio: da visite ad amici a prolungate soste in bar e ristoranti. Per tutti i dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza il Gip ha disposto la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nell’Azienda sanitaria per la durata di dodici mesi. Sedici i dipendenti pubblici indagati in servizio al Comune di San Vincenzo la Costa per essersi a loro volta allontanati dal luogo di lavoro senza permesso. Gli impiegati, anche in questo caso, attraverso ingressi tardivi ed arbitrari, allontanamenti a piedi od in auto, si assentavano durante l’orario di lavoro, senza autorizzazione per dedicarsi ad attività di carattere privato. Il Comune accertava la presenza attraverso la trascrizione che ogni dipendente era tenuto ad effettuare a mano su un apposito “registro delle presenze” cartaceo dell’orario di ingresso e di uscita e delle eventuali variazioni, apponendo la propria firma autografa. L’attività svolta dai finanzieri avrebbe permesso di evidenziare la diffusa tendenza dei dipendenti comunali a timbrare il cartellino di entrata ed uscita e annotare gli orari sul registro delle presenze anche per altri colleghi. Spesso i dipendenti del Comune si allontanavano dal posto di lavoro senza registrare l’assenza sul registro ed in altri casi facevano annotare falsamente la loro presenza in ufficio da altri colleghi compiacenti. Attraverso indagini, pedinamenti, appostamenti e videoregistrazioni effettuate dai finanzieri, è emerso un quadro di diffusa inosservanza degli obblighi, agevolata dall’assenza di un efficace sistema di controlli interni. Condotte reiterate a danno del Comune e dei cittadini – sottolineano gli inquirenti – in termini di disservizi e rallentamento delle attività istituzionali. Per otto dei dipendenti indagati il giudice delle indagini preliminari ha disposto l’obbligo di presentarsi tutti i giorni lavorativi, per due volte al giorno, dalle forze di polizia.

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